I Sintomi
I sintomi, identici per FD e BN, si manifestano generalmente l'anno seguente l'infezione. Questo non significa che i primi sintomi non possano apparire già dopo alcuni mesi dall'evento infettivo in un periodo nel quale oltre ad essere pochi i "ricercatori di sintomi", essi sono poco visibili o poco distinguibili per l'autunno inoltrato.
Le manifestazioni si hanno dalla fase fenologica dell'allegagione in poi. Essi si aggravano con l'avanzare della stagione e giungono al culmine con la maturazione dell'uva. Per tutta l'estate nuove piante possono manifestare i sintomi da Giallumi, sino alla fine della stagione vegetativa. I sintomi possono interessare anche solo settori della pianta (un tralcio o un archetto piuttosto che tutta la vite), così come un settore della foglia o una parte del grappolo. In questi casi si parla di sintomi settoriali. Tutte le varietà di vite europea sono suscettibili ai Giallumi, con manifestazioni più o meno accentuate. Le specie americane di Vitis e i loro ibridi, utilizzati come portainnesti, non manifestano sintomi, comportandosi come portatori sani della malattia.
In funzione dell'organo colpito e del momento della stagione in cui si presenta, possiamo osservare i seguenti sintomi suddivisi schematicamente in base all'organo interessato.
Sulle foglie
- Ingiallimenti nelle varietà a bacca bianca e arrossamenti in quelle a bacca nera, settoriali o estesi a tutta la lamina, a partire dalle nervature, anch'esse arrossate
- Arrotolamento verso il basso dei bordi fogliari, con la lamina che assume una forma triangolare. L'accartocciamento delle foglie è uno di quei sintomi che si evidenzia con l'avanzare della stagione, così come la friabilità delle stesse
- Angolo d'inserzione del picciolo sulla foglia ridotto
- Ispessimenti della lamina, bollosità, consistenza papiracea per cui le foglie risultano friabili, scricchiolanti al tatto e di aspetto luccicante
- Necrosi, spesso nervali e di porzioni limitrofe del tessuto fogliare
- Filloptosi anticipata.
Sui grappoli
- Aborti fiorali
- Disseccamento del rachide
- Appassimenti ed avvizzimenti degli acini, dall'allegagione alla maturazione
- Mancata invaiatura e/o maturazione, anche solo di una parte del grappolo.
Sui tralci
- Mancato germogliamento e/o ritardato, irregolare e da gemme avventizie
- Aspetto colonnare, dovuto ad internodi raccorciati e all'angolo d'inserzione del picciolo con la foglia ridotto.
- Pustole nerastre, dall'aspetto oleoso, alla base e nell'internodo del tralcio erbaceo
- Portamento prostrato, flessuoso, ricadente
- Consistenza gommosa o addirittura spugnosa dei tralci
- Lignificazione assente o irregolare.
L'espressione sintomatologica è fortemente influenzata dal tipo di vitigno, dalle condizioni agronomiche e dall'andamento stagionale. Fondamentali, per la diagnosi, sono l'arrossamento delle foglie (comprese le nervature) e il disseccamento dei grappoli; questi rappresentano i due sintomi indispensabili e necessari per riconoscere la malattia e devono essere sempre presenti almeno su un tralcio. Un terzo sintomo molto caratteristico ma più tardivo è la ridotta o irregolare lignificazione dei tralci.
L'aspetto generale delle piante ammalate risulta essere cespuglioso e cadente, sofferente, con evidenti alterazioni cromatiche che ne permettono la facile individuazione. L'accartocciamento delle foglie è uno di quei sintomi che si evidenzia con l'avanzare della stagione, così come la friabilità delle stesse (dovuto all'accumulo d'amido al loro interno) e non sempre sono presenti o evidenti.
Sono tipici i germogli di Ancellotta che assumono un aspetto colonnare ad inizio germogliamento e in fioritura, con internodi raccorciati e angolo d'inserzione del picciolo con la lamina molto ridotto, che fanno assumere quell'aspetto compatto "a candela" al germoglio in accrescimento.