Progetto di lotta, sperimentazione e ricerca sui giallumi della vite 2004-2009
Tale progetto, logica evoluzione di quelli precedenti, sviluppati negli anni 2000-'03, è costituito fondamentalmente da tre settori:
- Prove sperimentali per il contenimento del legno nero della vite
- Monitoraggio e controllo del territorio
- Informazione, assistenza e lotta
Al progetto hanno contribuito economicamente le Cantine sociali e private, l'Assessorato Provinciale Agricoltura, la Fondazione Manodori ed il CRPV.
Dai rilievi di campo si denota come, in provincia di Reggio Emilia, vi sia una doppia epidemia da giallumi della vite (GY) dovuta a legno nero (bois noir, BN) e flavescenza dorata (FD).
Tra i giallumi che colpiscono la vite, il legno nero rappresenta probabilmente la malattia più insidiosa, perché l'agente eziologico e il suo vettore (il cixiide Hyalesthes obsoletus) sono stati ritrovati, oltre che su vite, anche su numerose piante erbacee. Inoltre, contrariamente a quanto riportato in letteratura si è costatato un vero e proprio andamento epidemico della malattia nelle aree vitate reggiane.
Nell'epidemiologia della malattia ruolo fondamentale è svolto dalle piante erbacee presenti nell'ecosistema vigneto e nelle bordure, le quali oltre ad essere potenziali ospiti del vettore fungono anche da "serbatoio" del fitoplasma.
H. obsoletus è largamente diffuso su tutto il territorio provinciale e, in modo più consistente, nei vigneti e nelle bordure particolarmente ricche di ortica e convolvolo. La normale lotta chimica effettuata nei vigneti contro Scaphoideus titanus Ball (vettore di FD) e gli altri fitofagi della vite (tignoletta, tripidi, cicaline) non sembra influenzare la dinamica di popolazione di H. obsoletus.
Considerando le scarse conoscenze e i molti lati oscuri di BN, tra cui la trasmissione dell'infezione da vite a vite, il Consorzio Fitosanitario Provinciale di Reggio Emilia ha intrapreso una sperimentazione per definire una strategia di lotta applicabile in campo per il contenimento della malattia. Tali attività sono state svolte in collaborazione con il Servizio Fitosanitario Regionale, il CRPV e il Consorzio Fitosanitario di Modena, e con la consulenza della prof.ssa A. Bertaccini e del dott. R. Credi dell'Università degli Studi di Bologna, del dott. N. Mori (Agrea - VR) e del dott. D. Dradi (Centrale di Martorano - FC).
Nel contempo, sono state effettuate tutta una serie di attività di divulgazione, assistenza, monitoraggio territoriale dei GY e dei relativi vettori, bonifica del territorio e applicazione della lotta obbligatoria, controlli sulla sanità del materiale di propagazione, ecc.
La diversa allocazione delle risorse rispetto agli anni precedenti, ha comportato la riduzione della Task force rispetto agli anni precedenti, a cui sono state affidate compiti prevalentemente di supporto e sviluppo delle attività di sperimentazione e monitoraggio del progetto. Fanno eccezione il 2005 ed il 2009, in cui si è ripresa la divulgazione territoriale a livello capillare.
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