Progetti di lotta a Flavescenza dorata e ai giallumi della vite in Provincia di RE anni 2000-2003
Il primo ritrovamento di scafoideo (vettore della flavescenza dorata della vite) nell'estate del 1999 in provincia di Reggio Emilia, da parte del Consorzio Fitosanitario, nonché il riscontro di diversi casi di sintomi diffusi da Giallumi, indusse ad attivare uno specifico programma di monitoraggio e lotta.
Già nel 2000 il monitoraggio ebbe come risultato l'accertamento della diffusione dei sintomi da flavescenza e del suo vettore su tutto il territorio provinciale.
Nel 2001, con il sostegno economico delle Cantine sociali (Albinea-Canali, Arceto, Campegine, Cantine Riunite, Carpi, Colli di Scandiano, Coviolo, Due Torri, Gavassa, Gonzaga, Gualtieri, Masone-Campogalliano, Massenzatico, Nuova di Correggio, Poviglio, Prato, Puianello, Rolo, S. Croce, S. Martino in Rio, S. Maurizio, Vezzola, Val d'Enza) e private (Franzoni e Boschetti, Il Ghiardello, La Torre, Lombardini Francesco, Mazzi e Tasselli, Medici Ermete, Il Moro, Pezzuoli, Reggiana, Reggiani Romeo, Rota, Venturini Baldini, Casali Viticultori), della Regione e della Provincia, si ideò un progetto provinciale triennale, con gli obiettivi di:
- informare e formare tutti i viticoltori sul riconoscimento e la lotta alla flavescenza; applicare la lotta obbligatoria
- contattare ed informare quei proprietari di vite che non sono viticoltori di professione
Scopo ultimo, di un progetto di lotta così impegnativo, era tentare l'eradicazione della malattia dal territorio nel più breve tempo possibile e con i minori costi economici e sociali.
Nel 2002, punto qualificante del secondo anno del progetto era la disposizione a livello locale dei tecnici divulgatori, con l'incarico di curare l'informazione e di fornire l'assistenza tecnica di campo, necessaria ai proprietari di vite per il riconoscimento e la lotta alla flavescenza e al legno nero (che sempre più preoccupava).
Nel 2003, per garantire un efficace e duraturo controllo della flavescenza dorata e il contenimento del legno nero, il progetto d'assistenza, al suo terzo ed ultimo anno d'attuazione, ricalcò l'attività svolta nel 2002, con la disposizione a livello locale dei tecnici, l'organizzazione di specifiche conferenze, la presenza ai mercati e alle fiere cittadine (con appositi stand informativi) e il coinvolgimento di Comuni ed Enti per raggiungere anche i viticoltori più refrattari all'informazione, gli hobbisti della vite e per l'eliminazione delle viti spontanee lungo le strade, autostrade, ferrovie, canali e corsi d'acqua.
Iniziò, in quell'anno, una serie di attività di ricerca e sperimentazione per approfondire le conoscenze sul legno nero della vite e definire le strategie di contenimento. Attività questa che diverrà preponderante negli anni successivi.
Nella realizzazione di un progetto di tale portata è stato fondamentale, per la sua riuscita, avere la collaborazione fattiva di tutte le figure coinvolte, che ringraziamo vivamente.
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