Interventi contro i giallumi della vite
(flavescenza dorata e legno nero)
INTERVENTI AUTUNNALI
L'inerbimento selettivo nei nuovi impianti
La principale fonte dello Stolbur, il fitoplasma responsabile del legno nero della vite (LN), è rappresentata da diverse piante erbacee comuni nel cotico dei nostri vigneti. Il fitoplasma è acquisito attraverso l’attività trofica da alcuni insetti appartenenti alla famiglia dei cixiidi, che ne diventano gli involontari vettori. La diffusione della malattia avviene durante le punture di nutrizione nel loro vagabondaggio da adulti.
Il più noto e sicuro vettore di LN è Hyalesthes obsoletus che, nei nostri areali, svolge parte del proprio ciclo a spese di ortica e convolvolo, spesso già infette dal fitoplasma dello Stolbur.
Parte della strategia preventiva contro il legno nero, così come il diserbo mirato di ortica e convolvolo, è favorire un cotico erboso che non sia serbatoio d’infezione e non sia favorevole alla presenza di questi insetti vettori.
A questo scopo può essere utile, fin dall’impianto di un nuovo vigneto, seminare e mantenere un cotico composto esclusivamente da graminacee: queste erbacee monocotiledoni, a tutt’oggi, non hanno mai evidenziato nei loro tessuti la presenza del fitoplasma e su di esse l’insetto vettore non riesce ad insediarsi e completare il proprio ciclo.
Da un punto di vista agronomico, l’inerbimento nell’interfila con graminacee è considerata un’ottima pratica in quanto non compete fortemente con la vite, mentre apporta notevoli vantaggi: un minor compattamento del terreno derivato dal passaggio dei mezzi meccanici; il mantenimento della sostanza organica, della microflora e microfauna; un minore rischio di erosione, soprattutto nei vigneti in pendenza; una maggiore traslocazione e mobilizzazione di elementi nutritivi con conseguente riduzione di fenomeni di clorosi e disseccamento del rachide; maggior approfondimento delle radici; ecc.
Nel caso di inerbimento artificiale, la scelta delle specie deve mirare a: una copertura del suolo rapida ed efficiente, una buona capacità di contrastare le erbe infestanti, un ridotto livello di competizione nei confronti della vite e la garanzia di una buona tenuta negli anni.
Le graminacee sono in grado di sopportare stress molto forti e di ogni tipo, numerosissimi tagli l’anno e un calpestio intenso.
In linea generale è consigliabile orientarsi sull’impiego di miscugli ottenuti dalla consociazione di 2-3 specie con caratteristiche complementari, miscugli cioè che uniscono specie con diverse velocità di insediamento e durata, per ottenere una maggiore adattabilità alle differenti situazioni.
Normalmente, il fattore che più condiziona la scelta delle specie e la composizione dei miscugli è la disponibilità idrica.
Uno tra i più usati è il miscuglio tipico dei campi da calcio. Solitamente, i miscugli in commercio, prevedono a diverso titolo l’impiego di Lolium spp, Festuca arundinacea, Festuca rubra, Poa pratensis e Festuca ovina, nelle varietà di dimensioni e sviluppo più modeste.
Per una buona riuscita dell’insediamento del cotico di graminacee si raccomanda una buona preparazione del letto di semina, la semina autunnale e l’utilizzo di una buona dose di seme, anche per ottenere tappeti meno inquinati da infestanti. È buona regola, dopo la semina, non entrare con mezzi meccanici nel vigneto per un periodo sufficientemente lungo.
In seguito, per il mantenimento del cotico, si ricorda di effettuare i tagli dell’erba non al disotto dei 5 cm; di procedere a un primo taglio precoce, possibilmente con barra falciante; non effettuare tagli troppo ravvicinati (attendendo almeno 35-40 gg prima del taglio successivo); infine, l’ultimo taglio dell’anno non deve essere troppo ritardato per consentire all’erba l’accumulo di sostanze di riserva per l’inverno.
Si ricorda che il prato ha un consumo di azoto di cui si deve tenere conto in fase di concimazione e che può a volte necessitare di operazioni di arieggiamento, ottenuto tramite ripuntatore.
Reggio Emilia , 11 ottobre 2019
Per ulteriori informazioni:
Colugnati G., Cattarossi G., Crespan G. - L’inerbimento nel vigneto moderno. L’Informatore Agrario 10, 2006.
* = ridotta; ** = media; *** = elevata
Il diserbo localizzato di ortica e convolvolo su tare, scoline, bordo fossi, capezzagne e sulla fila nel vigneto per contenere il vettore del legno nero
Il diserbo autunnale di ortica e convolvolo è importante per la strategia di difesa preventiva della vite dal legno nero.
L’eliminazione di queste due infestanti ha lo scopo di ridurre sia l’inoculo di fitoplasma del legno nero che le popolazioni dell’insetto vettore. Infatti, le forme giovanili di Hyalesthes obsoletus (vettore del legno nero), presenti dalla fine dell’estate, acquisiscono generalmente il fitoplasma alimentandosi sulle radici delle due specie erbacee.
Nel vigneto, ortica e convolvolo occupano spazi diversi. L’ortica predilige luoghi con buona presenza di sostanza organica e disponibilità d’acqua, quali ad esempio rive di canali e fossi, dove anche gli sfalci sono poco frequenti. Diverso il caso del convolvolo che tende a localizzarsi all’interno del vigneto, occupando soprattutto lo spazio privo di altre malerbe sulla fila.
Il diserbo dell’ortica può essere effettuato con prodotti a base di glifosate, distribuiti localmente con opportune attrezzature quali, ad esempio, le pompe a spalla. Come tempistica sono da preferire le prime settimane dopo la vendemmia, per le temperature non troppo basse e la malerba ancora in attività e in grado di assorbire il prodotto.
Quando l’infestante cresce su ripe inclinate, per prevenire fenomeni di smottamento, è importante limitare le aree da diserbare alle sole macchie di ortica.
Porre molta attenzione ai potenziali fenomeni d’inquinamento delle acque superficiali, causati dalla deriva del trattamento, che sono assolutamente da evitare.
La tempistica per il diserbo autunnale del convolvolo sulla fila, a base di glifosate, deve tener conto anche della caduta delle foglie di vite, per evitare che lo strato di foglie morte sul terreno funga da barriera.
Convolvolo e ortica sono specie perenni da rizoma e per devitalizzare anche l’apparato radicale richiedono un utilizzo di glifosate alle massime dosi d’impiego prescritte in etichetta.
Il diserbo di queste tenaci infestanti necessita di successivi interventi anche primaverili, non solamente di carattere chimico ma anche agronomico, come ad esempio sfalci o trinciature ripetute.
Reggio Emilia, 02 ottobre 2019
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INTERVENTI DEL MESE DI LUGLIO
Aggiornamento
Trattamento Scafoideo nelle zone grandinate
Come comunicato dal SFR e riportato anche nell’ultimo Bollettino di produzione integrata, si informa che, laddove non ancora eseguito, il trattamento obbligatorio nei vigneti, che hanno subito una perdita dell’apparato fogliare di oltre il 70%, dovrà essere effettuato a partire dalla ricostituzione dell’apparato fogliare stesso e non oltre il 10 agosto 2019.
Reggio Emilia, 12 luglio 2019
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TRATTAMENTO OBBLIGATORIO
A SCAFOIDEO
(cicalina della flavescenza dorata della vite)
(determinazione del SFR n. 8073 del 10/05/2019)
In provincia di Reggio Emilia effettuare un trattamento.
Nei vigneti a conduzione biologica sono obbligatori almeno 2.
Anche nei vigneti campi di piante madri ne sono obbligatori due.
L’intervento ha valore legale di lotta obbligatoria se effettuato tra il 17 giugno e il 15 luglio (il limite per l’eventuale secondo trattamento obbligatorio è il 10 agosto).
Periodo d’intervento consigliato:
1-7 luglio 2019
È possibile utilizzare: acetamiprid*, acrinatrina, clorpirifos metile, etofenprox, flupyradifurone* o tau-fluvalinate.
Nei vigneti a conduzione biologica intervenire due o tre volte ogni 10 giorni a partire da fine giugno con piretrine o sali potassici degli acidi grassi.
È VIETATO TRATTARE CON INSETTICIDI E ACARICIDI QUANDO LE COLTURE E IL COTICO SOTTOSTANTE SONO IN FIORITURA.
PER MEGLIO TUTELARE GLI INSETTI PRONUBI TRINCIARE L’ERBA SOTTO AL VIGNETO 1-2 GIORNI PRIMA DEL TRATTAMENTO.
AVVISARE IL VICINO APICOLTORE!
*(nei primi giorni del periodo consigliato)
nota bene
- Un ulteriore trattamento insetticida contro il vettore della flavescenza (posizionato circa 30 giorni dopo) può essere utile in caso di:
- Elevate popolazioni iniziali di scafoideo
- Alta incidenza della malattia
- Vigneti in allevamento.
- Negli interventi con piretrine acidificare l’acqua (pH 5,5-6) e trattare verso sera.
- Le aziende agricole che non sono “biologiche” ma che intendano usare le piretrine dovranno eseguire almeno i due interventi obbligatori previsti per i vigneti a conduzione biologica.
- Vista la predilezione delle forme giovanili a stazionare sulle foglie più basse, si può meglio colpire la cicalina dirigendo i getti dell’atomizzatore anche sugli eventuali polloni presenti.
- Alternare i prodotti a modalità d’azione differente.
- Per coloro che aderiscono ai diversi regolamenti di produzione o afferiscono a Cantine dotate di un proprio disciplinare si raccomanda di fare riferimento ad essi nella scelta della sostanza attiva.
- Distanze minime rispetto a corpi idrici rilevanti superficiali: prestare attenzione ad eventuali prescrizioni di etichetta.
PER ULTERIORI INFORMAZIONI RIVOLGERSI
AL PROPRIO TECNICO DI FIDUCIA O
AL CONSORZIO FITOSANITARIO
INTERVENTI DEL MESE DI APRILE
Prevenzione contro il legno nero della vite
Ortica e convolvolo sono le fonti principali del fitoplasma agente del legno nero ed i principali ospiti del suo vettore, Hyalesthes obsoletus, su cui compie l’intero ciclo.
L’ovideposizione durante l’estate dello ialeste al colletto dell’ortica (in primis) e del convolvolo dà luogo a forme giovanili svernanti, che vivono sulle radici e che completano il loro sviluppo tra maggio e luglio dell’anno successivo.
Il diserbo delle due specie infestanti, effettuato prima che lo sviluppo pre-immaginale dello ialeste si completi, permette di ridurre il serbatoio d’infezione e, al contempo, le popolazioni del vettore.
Contenimento primaverile di ortica e convolvolo
Intervenire in modo circoscritto su ortica e convolvolo che infestano le tare, i bordi di fossi e scoline e le capezzagne dei vigneti con glifosate a dose di etichetta. Per il convolvolo intervenire con glifosate anche sulla fila.
Porre molta attenzione, lungo canali e scoline, ad eventuali possibilità di inquinamento delle acque superficiali che deve essere assolutamente evitato.
Si consiglia di completare gli interventi, perché abbiano effetto sul vettore, tra la fine del mese di aprile e l’inizio di maggio.
Si ricorda di ridurre al minimo gli sfalci di ortica e convolvolo nel periodo di volo dello ialeste (giugno-agosto), per evitare che migri sulla vite.