PARTE GENERALE
Da diversi anni in alcune aziende della provincia di Reggio Emilia si stanno rilevando infestazioni di cocciniglie farinose, Planococcus ficus (Signoret, 1875) che risulta essere la cocciniglia storica del nostro territorio seppur poco diffusa. Dal 2018 si è osservata anche la presenza di Pseudococcus comstocki (Kuwana) che risulta essere la cocciniglia maggiormente diffusa tra le due.
Morfologia:
Le principali differenze che contraddistinguono le due cocciniglie a livello morfologico si evidenziano nella fenofase di adulto e sono quelle riportate in figura:
Ciclo biologico
In Emilia Romagna P. ficus e P. comstocki svernano in stadi differenti sotto il ritidoma della pianta e limitatamente nel terreno: la prima supera la stagione invernale in tutti gli stadi (in prevalenza come femmina fecondata) tranne che come neanide di prima età, mentre la seconda solamente come uova all’interno degli ovisacchi. In Emilia Romagna compiono 3-4 generazioni a seconda dell’andamento stagionale. Le generazioni, con l’avanzare della stagione, colonizzano dapprima la base dei tralci per poi spostarsi su tutto il tralcio ed arrivare anche ai grappoli dove causano i principali danni.
Danni
I danni diretti causati dagli pseudococcidi in generale, sono associabili alla suzione di linfa, e solitamente sono lievi e solo nei casi più gravi possono portare a mancata maturazione dei grappoli e avvizzimenti sia a livello dei tralci che del grappolo. Quelli indiretti invece, sono dovuti alla produzione di melata e conseguenti fumaggini, ed in presenza d’infestazioni abbondanti causano problemi fotosintetici con possibili filloptosi e mancata maturazione degli acini. I grappoli infestati da cocciniglia, come conseguenza di quanto visto prima, non risultano idonei alla vinificazione con una perdita di qualità del prodotto finito.
Inoltre associata alla cocciniglia P. ficus è stata accertata la trasmissione dei seguenti virus: Virus dell’accartocciamento fogliare (GLRa-3) e Complesso del legno riccio.
I fattori che predispongono queste cocciniglie a infestazioni abbondanti sono sicuramente la scarsa aereazione delle piante, associata ad un elevato tasso di umidità, condizioni spesso legate alle forme di allevamento e all’elevata vigoria che solitamente interessa i vigneti dei nostri areali.
Gestione
La difesa nei confronti di queste cocciniglie risulta complicata e spesso non risolutiva, per questo acquisisce una notevole importanza la prevenzione. A questo proposito la pulizia delle macchine ed alcune operazioni colturali sono necessarie ad impedire la diffusione di questi insetti.
Al momento della raccolta i grappoli sono particolarmente attrattivi per la cocciniglia, all’interno dei quali trova riparo e nutrimento, pertanto questa fase diviene potenzialmente pericolosa per la diffusione di queste specie all’interno del vigneto, nonché negli appezzamenti in cui la macchina andrà ad operare. Ѐ necessario quindi pulire adeguatamente le macchine con idropulitrici eventualmente ad acqua calda, passando da un appezzamento all’altro ed in particolare modo nel caso di vigneti ad infestazione già accertata. L’uso di prodotti specifici di pulizia è sconsigliabile perché finirebbero inevitabilmente per confluire all’interno del prodotto vendemmiato.
Altre pratiche utili a ridurre le problematiche in campo come arieggiamenti della chioma, asportazione di parti colpite se localizzate solo su alcune piante, possono essere utili nel controllo delle specie.
Come accennato in precedenza la difesa mediante l’utilizzo di prodotti fitosanitari potrebbe non essere una pratica risolutiva per il contenimento della problematica, in quanto durante la stagione, la vegetazione frequentemente molto fitta, i grappoli serrati e la presenza di ammassi cerosi, sotto i quali sia gli adulti che le forme giovanili si riparano, non permettono al prodotto di colpire direttamente l’insetto. Queste difficoltà le ritroviamo soprattutto nella fase di svernamento dove il ritidoma ed il terreno offrono un ottimo sito di riparo per le forme svernanti.
A questo punto risulta interessante un’analisi più approfondita basata sulle osservazioni e sperimentazioni di campo. Vi elenchiamo pertanto le soluzioni tecniche disponibili che verranno tarate in corso d’opera in base alle osservazioni di campo e alla pressione delle infestazioni:
Olio bianco: registrato su cocciniglie. Il trattamento viene effettuato in primavera fino alla fase fenologica di gemma gonfia nei confronti di alcune cocciniglie come Parthenolecanium corni (Bouchè), ma su cocciniglie farinose risulta poco efficacie in questa fase essendo quest’ultime ancora riparate sotto il ritidoma. Mentre gli olii estivi possono risultare efficaci.
Pyriproxyfen: registrato su P. ficus. Questo insetticida regolatore di crescita, risulta efficacie sulle prime forme mobili, e il prodotto può essere utilizzato solo in pre-fioritura o entro la nona foglia;
Spirotetramat: registrato su P. ficus e P. comstocki. Questa sostanza attiva denota una buona traslocazione all’interno della pianta, anche se piuttosto lenta. Per questo motivo risulta importante il posizionamento, che dev’essere anticipato rispetto alla migrazione delle neanidi e durante la massima attività vegetativa delle piante. Spesso ci si accorge tardivamente delle infestazioni in campo, quindi per il momento opportuno di intervento, è consigliabile effettuare un attento monitoraggio utile ad individuare le prime forme mobili presenti;
Acetamiprid: registrato su P. ficus. Insetticida neonicotinoide sistemico. Dalle nostre osservazioni il prodotto non risulta essere molto efficacie, ma considerando il suo possibile utilizzo per la lotta obbligatoria contro il vettore della Flavescenza dorata, Scaphoideus titanus (Ball.), può avere un’azione collaterale verso le cocciniglie farinose;
Le applicazioni debbono comunque essere effettuate con abbondanti volumi di irrorazione e in particolare su infestazioni in atto, diminuendo la velocità di avanzamento per favorire una buona penetrazione nella vegetazione.
Una buona pratica ulteriore è quella di effettuare dei lavaggi, con lo scopo di ripulire foglie e grappoli da eventuale melata e conseguenti fumaggini. Questo intervento, non avendo problemi di carenza, può essere effettuato anche in prossimità della raccolta.
Inoltre vi è la possibilità di contenere la problematica mediante insetti ausiliari, come il parassitoide Anagyrus near pseudococci (Girault, 1915) e il predatore Cryptolaemus montrouzieri (Mulsant, 1853). Dalle prove sperimentali effettuate abbiamo ottenuto risultati molto soddisfacimenti con il parassitoide su P. ficus contrariamente alle risultanze ottenute su P. comstocki. Con il predatore il contenimento è risultato efficacie su entrambe le specie di cocciniglie farinose. Questi risultati ci incoraggiano a proseguire ed approfondire la sperimentazione e ci permettono di consigliare questa strategia come valida alternativa all’utilizzo di prodotti insetticidi (Vedi prove sperimentali).
Come per altre avversità già presenti sul nostro territorio è possibile adoperare la tecnica della confusione sessuale, precisando che attualmente l’unico feromone in commercio è quello della specie P. ficus. Diventa quindi importante il riconoscimento dell’effettiva specie presente in azienda.
Per linee guida e prodotti commerciali vedi ..Banca dati dei prodotti commerciali per la viticoltura