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I campi madre della vite sono quei vigneti, presenti in ogni provincia viticola, dai quali vengono prelevate le marze che andranno presso i vivai produttori di viti e, una volta innestate, ritorneranno a costituire nuovi vigneti sotto forma di barbatelle. Le marze quindi, cioè la varietà di uva che i viticoltori richiedono ai vivaisti, vengono raccolte nel periodo invernale sotto forma di legno di potatura e denominate materiale di moltiplicazione della vite. Le viti dalle quali si raccoglie il materiale di moltiplicazione devono essere controllate attentamente da tecnici fitoiatri al fine di evitare la possibilità di trasmettere malattie. Nel Reggiano raccolgono il materiale di moltiplicazione diversi vivaisti che in collaborazione con impiantisti di zona costituiscono continuamente nuovi campi madre od individuano quelli idonei in vigneti già esistenti. I vivaisti, anno per anno, hanno l’obbligo di denunciare tutti i campi madre dai quali durante l’inverno preleveranno il materiale per gli innesti. La certificazione del materiale di moltiplicazione avviene attraverso diverse fasi tra le quali il controllo fitosanitario riveste ruolo di primaria importanza. I Servizi Fitosanitari Regionali sono incaricati di svolgere e coordinare tale attività. Nella Provincia di Reggio Emilia il controllo sulla sanità viene effettuato dal Consorzio Fitosanitario Provinciale di Reggio Emilia in collaborazione e con la direzione del Servizio Fitosanitario Regionale della Regione Emilia Romagna. Malattie importanti come il mal dell’Esca, il Legno riccio o la Rogna sono oggi ben difficili da rintracciare nei vigneti di nuova costituzione e crediamo soprattutto grazie ai controlli che vengono effettuati annualmente. Nel 2007, nei mesi di agosto e settembre, si sono controllati 69 appezzamenti a vite di differenti dimensioni (indicativamente dai 1.000 mq agli oltre 10.000 mq per campo), ubicati nelle diverse zone della provincia e costituiti da diverse delle varietà più rappresentative della viticoltura reggiana. Tra queste ricordiamo Ancellotta, Lambrusco salamino, L. marani, L. grasparossa, L. maestri, L. oliva, L. di Sorbara, L. viadanese, Malbo gentile, Malvasia, Spergola, Sauvignon, Sgavetta e Uva tosca. Le piante che presentano sintomatologie non chiaramente ascrivibili a patologie pericolose vengono contrassegnate in modo che per quell’annata il legno non può essere prelevato, poi l’anno successivo si chiarirà il destino di queste viti. Tutte le viti che presentano invece sintomi da giallumi o altre malattie pericolose vengono contrassegnate con vernice indelebile e ne viene prescritto, con verbale firmato da un Ispettore Fitosanitario, l’estirpazione o la capitozzatura. Durante l’inverno e prima della raccolta del materiale di propagazione, possono effettuarsi ulteriori controlli sulla avvenuta esecuzione delle operazioni prescritte.

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