Nell’ultima stagione si sta osservando un incremento puntiforme dei casi di infestazione di Cocciniglia farinosa della vite della specie Planococcus ficus.
I primi focolai di questo insetto appartenente alla famiglia Pseudococcidi (Rincoti) sono stati segnalati nella nostra provincia nel 2006 perlopiù a livello della zona pedecollinare di Scandiano.
I motivi dell’aumento delle infestazioni non sono chiari, fra le possibili cause l’utilizzo di prodotti fitosanitari poco selettivi potrebbe aver influito sulle interazioni con gli antagonisti naturali, situazione ulteriormente favorita dall’impiego di vendemmiatrici meccaniche non sempre perfettamente bonificate qualora utilizzate in appezzamenti già infestati.
L’attuale annata risulta comunque probabilmente favorevole alle cocciniglie di varie specie visto che si stanno osservando infestazioni sopra media anche della ben più comune specie Parthenolecanium corni nonché di altre specie del genere Pulvinaria.
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Partehenolecanium corni |
Caratteristiche e biologia
Le forme giovanili di Planococcus ficus hanno una colorazione che varia dal giallo scuro al chiaro a seconda degli stadi (3 nelle femmine e 2 nei maschi).
Le femmine adulte presentano un corpo di forma ovale, ricoperto di cera bianca, circondato da brevi raggi cerosi con colorazione variabile dal giallo al rosso carminio.
Risulta molto spiccato il dimorfismo sessuale, tant’è che i maschi, a differenza delle femmine, sono dotati di ali membranose ben sviluppate, corpo rossastro ed esile e due lunghi cerci nella parte finale dell’addome
Dimorfismo sessuale |
In Emilia Romagna, P. ficus si è visto svernare in tutti gli stadi tranne che come neanide di prima età (Pasqualini, 2012) sotto al ritidoma della pianta
Infestazione sotto il ritidoma |
In primavera, quando le condizioni ambientali risultano favorevoli, le femmine adulte iniziano la deposizione delle uova in ovisacchi, mentre le forme giovanili si spostano verso il ceppo. L’insetto, con l’avanzare della stagione, colonizza dapprima la base dei tralci per poi spostarsi su tutto il tralcio ed arrivare ai grappoli dove causa i principali danni.
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forme giovanili e adulti in fase di migrazione | colonia di individui insediati su grappolo |
Nella maggior parte dei casi le infestazioni raramente riguardano tutte le piante del vigneto, avendo questa cocciniglia una distribuzione aggregata. I danni associati a questo fitomizo possono essere sia diretti che indiretti. I primi sono dovuti alla suzione della linfa, nello specifico del floema della pianta ospite, a livello sia dei germogli che dei grappoli, questi ultimi maturano con difficoltà e in alcuni casi avvizziscono.
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grappoli avvizziti |
I danni indiretti riguardano la produzione di melata che può fungere da substrato per fumaggini ed altri microrganismi. In presenza d’infestazioni abbondanti è possibile vedere molto chiaramente, soprattutto sul lato della pianta esposta al sole, una notevole quantità di melata che ricopre la superficie fogliare.
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Melata che ricopre la superficie fogliare |
Da parte della cocciniglia è, inoltre, stata accertata la trasmissione del virus dell’accartocciamento fogliare GLRaV-3 (Grapevine leafroll-associated virus). Proprio in concomitanza con la diffusione di P. ficus in provincia di Reggio Emilia si è potuto riscontrare attraverso una specifica indagine analitica un aumento dei relativi casi positivi del virus.
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sintomi fogliari di GVLRV 3 (Grape Vine Leaf Rol Virus) |
A differenza degli scorsi anni, nell’ultima stagione sono state individuate precocissime infestazioni già in fase di pre-fioritura, appurando in alcuni casi la presenza di una seconda specie, sempre appartenete alla famiglia degli pseudococcidi per la quale sono in corso accertamenti per la determinazione della specie da parte di specialisti.
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pseudococcidi |
Difesa
La difesa nei confronti di questa cocciniglia risulta piuttosto difficoltosa in quanto svernando sotto al ritidoma, i trattamenti primaverili con olio bianco risultano poco efficaci.
Le verifiche effettuate nelle aziende già infestate nell’anno precedente hanno evidenziato una discreta efficacia delle strategie di difesa a base di spirotetramat applicato in post-fioritura, quando nella maggior parte dei casi risulta però ancora difficile valutare l’effettiva presenza della cocciniglia. Modesta è invece l’efficacia di trattamenti ad infestazione accertata durante la stagione vegetativa, poiché la vegetazione frequentemente molto fitta e la presenza di ammassi cerosi, sotto i quali sia gli adulti che le forme giovanili si riparano, non permettono al prodotto di colpire direttamente l’insetto, vanificando in parte l’efficacia dei trattamenti.
Nel corso della stagione sono state valutate le differenti strategie senza purtroppo individuare linee di difesa pienamente risolutive, in particolare laddove le infestazioni sono state riscontrate tardivamente.
In prossimità della raccolta la possibilità d’intervento mediante specifici trattamenti insetticidi (clorpirifos metile) trova notevoli fattori limitanti in funzione della difficoltà di raggiungere i grappoli con una adeguata bagnatura nonché dei tempi di carenza.
In caso di infestazioni individuate in fase avanzata si consigliano cimature volte a scoprire i grappoli infestati, seguiti da lavaggi con preparati ammessi sulla coltura o ancora, verificate eventuali limitazioni derivanti da specifici disciplinari, interventi con clorpirifos metile, prestando la massima attenzione a distanze di sicurezza, obblighi di segnalazione e tempi di carenza.
Le applicazioni debbono comunque essere effettuate con abbondanti volumi di irrorazione e in particolare per le applicazioni su infestazioni in atto, diminuendo la velocità di avanzamento per favorire una buona penetrazione della vegetazione.
Sperimentazione
Recenti esperienze effettuate anche sul nostro territorio, hanno mostrato buoni risultati del metodo della confusione sessuale, con posizionamento entro la prima metà di aprile. Ad oggi gli erogatori di feromone di sintesi sono registrati come uso eccezionale.
Durante la stagione 2017 è stata effettuata una prova sperimentale in un vigneto nel comune di Scandiano, con l’obiettivo di valutare l’efficacia dell’imenottero parassitoide Anagyrus pseudococci (Girault, 1915)
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parassitoide Anagyrus pseudococc |
Ai primi di agosto, quando le popolazioni di P. ficus hanno raggiunto valori considerevoli, sono state isolate 12 singole piante mediante reti, introducendo in 9 di queste il parassitoide e tenendone 3 come testimoni
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piante isolate a fini sperimentali di valutazione del parassitoide A. pseudococci |
Dopo 19 giorni dall’isolamento è stato effettuato il primo rilievo, seguito poi da altri 2 a distanza di 2 settimane. Durante ogni singolo rilievo sono state verificate 4 piante (3 di lancio e 1 come testimone), per ogni pianta isolata sono stati raccolti 20 grappoli da sezionare acino per acino, conteggiando il numero di cocciniglie sane e parassitizzate e differenziando anche lo stadio di sviluppo
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esito della parassitizzazione su femmina |
Nonostante l’impiego di A. pseudococci avesse già dato risultati positivi in altre prove effettuate in altre regioni (Veneto, Toscana e Puglia), l’efficacia rilevata è stata decisamente superiore alle attese, considerando l’introduzione del parassitoide ad infestazione già avanzata.
Attraverso un modello matematico è stata effettuata un’analisi demografica delle popolazioni di P. ficus, evidenziando come nelle tesi di lancio ci sia stata una notevole riduzione delle popolazioni di cocciniglia, rispetto invece a quanto osservato nel testimone dove le popolazioni sono cresciute esponenzialmente nel periodo interessato dalla prova.
Nel corso del 2018 sono proseguite le attività di verifica di strategie di contenimento attraverso l’impiego in pieno campo di Anagyrus pseudococci e Cryptolaemus montrouzieri.
La sperimentazione, svolta in collaborazione con Entomologia agraria dell’Università di Bologna, è stata replicata in 4 aziende, ove sono state confinate, preventivamente al lancio, alcune piante per il controllo dell’evoluzione delle popolazioni di cocciniglia.
La sperimentazione è iniziata con l’introduzione in pieno campo del parassitoide Anagyrus pseudococci, a cui sono seguiti rilievi settimanali, di verifica dell’andamento delle popolazioni.
Nei casi in cui la popolazione dei fitomizi è evoluta in maniera significativa, presumibilmente non controllata dal parassitoide, si è provveduto al lancio del predatore Cryptolaemus montrouzieri
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predatore Cryptolaemus montrouzieri |
I lanci del parassitide e del predatore sono stati replicati anche in un appezzamento in cui è applicato il metodo della confusione sessuale, così da valutare la complementarietà dei sistemi di controllo.
Oltre alla valutazione di strategie con prodotti di sintesi, sono in corso valutazioni di preparati e formulazioni per il lavaggio utilizzabili in ambito di agricoltura biologica.
Altre prove riguardano le modalità di pulizia e bonifica delle vendemmiatrici meccaniche, in particolare si stanno valutando preparati ammessi in ambito enologico che ne possano agevolare la disinfestazione. Ultimata la sperimentazione verranno eventualmente divulgate specifiche indicazioni, tuttavia nell’attesa è raccomandabile effettuare un’accurata pulizia delle macchine nel passare da un vigneto all’altro.