Vite: Mal dell’Esca, annate sempre più difficili
Il 2018 verrà ricordato come un anno particolarmente impegnativo per lo stato fitosanitario della vite. Per alcune avversità, peronospora in primis, si potrà, salvando i debiti insegnamenti, voltare pagine con la prossima stagione. Per altre invece i segnali sono indice di un trend che sta segnando in forma stabile i nostri impianti. Parliamo nello specifico del mal dell’esca, che ha toccato estremi pesanti e che, inevitabilmente, per la sua natura, ci trascineremo per ancora molto tempo. Quest’anno l’avvio del germogliamento è stato uniforme, favorito nella sua progressione dalla disponibilità idrica e dalle frequenti precipitazioni. La massa vegetativa creatasi, in corrispondenza delle prime ondate di caldo, ha probabilmente contribuito alla manifestazione dei sintomi della malattia. Essa comunque deriva da uno stato radicato da tempo, con vasi legnosi occlusi, che degenerano e limitano le capacità vitali della pianta colpita.
In questo ultimo periodo della nostra viticoltura si è assistito a una recrudescenza delle infezioni. Sono complici le condizioni meteo, sempre più estreme, le forme d’allevamento predisponenti e la loro gestione colturale, in cui la meccanizzazione spinta ne rappresenta una componete evidente.
Modena, 25 luglio 2018