Cimatura, Pettinatura, Sfogliatura
La gestione del verde è fondamentale nelle nuove forme di allevamento dove è necessario contenere la vegetazione (e la vigoria) in uno spazio limitato.
Cimatura
Cimatura eseguita in pre-fioritura (20-5-2010)
Con questo termine si intende il taglio degli apici dei germogli e alcune foglie giovani (10-30 cm). In quest’ottica si eliminano solo le foglie fotosinteticamente meno attive e si stimola l’emissione delle femminelle, che dovrebbero raggiungere la maturità fisiologica in prossimità dell’invaiatura.
Per avere questo risultato, occorre però intervenire precocemente e ripetere l’operazione più volte. Qualora invece si intervenga tardivamente si hanno generalmente tagli severi, con la conseguente eliminazione di una fetta importante di vegetazione fotosinteticamente attiva (foglie adulte). Questo provoca un immediato invecchiamento della vegetazione in quanto rimangono solo le foglie più prossimali al grappolo che sono quelle più vecchie e meno attive, soprattutto con l’avanzare della stagione. Se addirittura tale taglio è effettuato molto tardivamente, in prossimità dell’invaiatura, si ha una scarsa maturazione dell’uva, poiché non v’è il tempo di sviluppare una quantità sufficiente di femminelle che ringiovanisca la chioma.
Poiché il grado zuccherino e molti altri aspetti qualitativi sono legati a una buona funzionalità delle foglie, occorre quindi evitare in ogni modo tagli drastici e tardivi che asportino “foglie buone”. Per tagliare solo le gli apici (cimatura) occorre quindi progressivamente nella stagione allargare progressivamente il punto di taglio, per permettere di mantenere le femminelle di nuova formazione.
L’assenza di una buona pratica di cimatura determina al contrario la ricaduta della vegetazione su se stessa, soprattutto su terreni fertili, determinando la sovrapposizione di strati fogliari con fenomeni di coperture di grappoli e di foglie e conseguenti problemi sanitari e qualitativi.
Le cimature, oltre a permettere il passaggio dei mezzi nell’interfila, hanno effetti fisiologici molto importanti tra i quali citiamo:
- la riduzione della vigoria;
- l’inspessimento dei tessuti e di conseguenza una maggiore verticalità dei germogli (disposizione spaziale migliore) e una maggiore resistenza alla rottura;
- l’aumento dell’allegagione, qualora sia eseguita in pre-fioritura o in fioritura;
- l’emissione di femminelle;
- la possibile emissione (sfavorevole) di grappoli di seconda;
- una maggiore facilità di trattamento con l’avanzare della stagione, se si evita la sovrapposizione di strati fogliari;
- la regolazione della competizione tra foglie e grappoli sulla migrazione degli elaborati, favorendo o sfavorendo l’accumulo di sostanze utili nelle uve durante la maturazione.

Effetto sulla chioma di cimature precoci (a sinistra) e tardive (a destra)
La prima cimatura andrebbe eseguita, al di là delle forme di allevamento, con germogli lunghi 60 cm. In caso di controspalliere , l’altezza dei pali può ritardare l’epoca di cimatura in quanto si opera generalmente quando i primi germogli svettano oltre il filo più alto. È comunque importante, indipendentemente dall’epoca intervenire al più presto, prima che i germogli ricadano e si sdraino lungo il filo, suddividendo la prima cimatura in due passaggi, a distanza di una settimana l’uno dall’altro, per riuscire a tagliare tutti i germogli via via che si accrescono.
Nei nostri ambienti, quindi, la prima operazione di cimatura è si solito eseguita entro fine maggio-primi di giugno, ovvero intorno alla fioritura, pur con variazioni a seconda di zone e varietà; ciò permette di avere una chioma corretta facilmente gestibile successivamente e che non crea effetto ombreggiamento sui grappoli nelle fasi successive. Le cimature “drastiche”, ovvero quelle che mantengono solo poche foglie dopo il grappolo, dovrebbero essere evitate se eseguite tardivamente.
Le cimature sono da eseguire meccanicamente e sono necessarie per tutte le forme d’allevamento.
Per piccole o medie aziende le macchine possono essere acquistate collegialmente o ci si può rivolgere a contoterzi.
Con potature meccaniche lunghe (Casarsa e cordone “con ali”), le cimatrici devono essere adeguate, appositamente strutture, e posizionate diversamente a seconda dell’epoca di intervento .
La cimatura è inutile e sconsigliata nei periodi siccitosi e di forte caldo, a meno che non si intenda irrigare.
Pettinatura
Nel GDC, la pettinatura consiste nel portare verso l’esterno i germogli che si sono orientati verso la zona interna del sistema . L’operazione può essere agevolata dalla presenza di fili mobili (vedi GDC).
Questa pratica consente di ottenere i seguenti importanti vantaggi:
- separazione fisica delle due cortine parallele di vegetazione, con la creazione di un corridoio centrale che aumenta considerevolmente la disponibilità di luce e la ventilazione;
- agevolazione e ottimizzazione della potatura invernale, in quanto la parte basale dei tralci si posiziona verso l’esterno con minori tempi e minore difficoltà di selezione successiva degli speroni;
- maggiore efficienza della vendemmia meccanica, per l’assenza di tralci intrecciati e di uva nella zona interna alle cortine che, per diversi principi fisici, smorzano l’operazione di scuotimento.
Nella maggior parte dei casi si tratta di un intervento manuale, per quanto agevolato dall’utilizzo di fili e braccetti accessori.
Benché ne esistano di diverse tipologie, tutti si basano sullo stesso principio, ovvero lo spostamento di una coppia di fili di plastica verso l’esterno che intercetta la maggior parte della vegetazione. I braccetti accessori più usati sono quelli che si inseriscono all’occorrenza sull’estremità dei bracci di sostegno. Sono inseriti intorno a metà maggio, con variazioni di tempi dovute alla varietà, e rimossi dopo circa 7-15 giorni.
In alternativa alla pettinatura manuale possono essere utilizzate innovative macchine operatrici (fig. 4) per la pettinatura oppure pratiche di cimature precoci abbinate all’uso di carfentrazone o altri disseccanti per il mantenimento di una zona interna aperta.

Cimatura precoce su GDC (9-5-2014)
La cimatura precoce, con tralci lunghi 50-60 cm, poi ripetuta successivamente, si sta dimostrando un’ottima pratica perché favorisce, oltre la pettinatura, una disposizione assurgente (eretta) della vegetazione e determina un minor contatto tra foglie e grappoli (affastellamento) diminuendo il rischio di insorgenza di malattie. Il primo intervento di cimatura può essere eseguito, a seconda delle condizioni, indifferentemente prima o dopo l’apertura dei braccetti agevolatori per la pettinatura.
Sfogliatura
Benché tale pratica non sia molto diffusa nei nostri ambienti, merita una citazione. A seconda infatti dell’epoca di esecuzione ha effetti molto diversi, sebbene lo scopo principale sia di migliorare il microclima nella zona dei grappoli (più aria e luce) e favorire una protezione sanitaria degli stessi.
Una defogliatura eccessiva, o in epoche o zone non corrette, può però determinare una riduzione degli zuccheri o problemi di scottature. È perciò sconsigliata nei periodi più caldi, in particolare da metà giugno a fine luglio, e per maggiore sicurezza può essere eseguita su un lato solo del filare, preferibilmente esposto a est.
Generalmente la defogliatura si può eseguire in pre-fioritura, in post-allegagione (grano di pepe), e ad invaiatura avvenuta.
Nei primi due casi, sia essa eseguita prima o dopo la fioritura, oltre a un miglioramento dell’arieggiamento, induce una colatura fiorale o cascola di acinelli in funzione della superficie fogliare asportata, determinando al termine della stagione la formazione di un grappolo più spargolo, meno pesante e una leggera riduzione della produzione, ma un miglioramento della qualità polifenolica complessiva.
A fine invaiatura, invece, la sfogliatura eseguita nello strato dei grappoli e immediatamente superiore ha come effetto positivo principale una maggiore areazione e sanità delle uve; si può però determinare una riduzione del grado zuccherino.

Defogliatura eseguita in pre-fioritura (21-5-2009)









