Consorzio Fitosanitario Provinciale

Le cocciniglie della vite impariamo a conoscerle per prevenire i danni

di Accursio Piazza

Fra le molte problematiche fitosanitarie presenti nei nostri vigneti, le cocciniglie non rappresentano attualmente, ancora un problema di primaria importanza anche se, dai dati in nostro possesso, la loro presenza sembra essere in costante e continuo aumento rispetto agli anni scorsi. I dati raccolti dai monitoraggi e dalle visite che vengono effettuate ogni anno dai tecnici del Consorzio Fitosanitario, segnalano che questa tipologia di fitofagi si presenta con scarsa frequenza e con attacchi raramente meritevoli di trattamenti specifici. Solo alcuni casi, per adesso eccezionali, si sono rivelati meritevoli di maggiore attenzione e di trattamenti mirati.

I motivi di questa espansione non si conoscono con certezza e non possono essere attribuiti ad un unico fattore, anche se studi più approfonditi sembrano dimostrare una stretta correlazione tra l’uso, sempre più elevato avvenuto negli ultimi anni, di prodotti insetticidi (fosforganici) impiegati nella lotta ad altri insetti (principalmente tignoletta e scafoideo) che hanno un grosso impatto sull’entomofauna utile e, in particolar modo, sui predatori di molti fitofagi tra cui le cocciniglie. 

Impariamo a conoscere le cocciniglie

Le cocciniglie sono insetti appartenenti alla superfamiglia dei Coccoidei che raggruppa numerose famiglie, tra cui quelle maggiormente presenti nelle nostre zone sono: la famiglia Pseudococcidae, a cui appartiene la cocciniglia farinosa (Planococcus ficus); la famiglia Coccidae, tra cui possiamo annoverare la pulvinaria della vite (Pulvinaria vitis) e la cocciniglia del corniolo (Parthenolecanium corni) e la famiglia Diaspididae tra cui abbiamo la cocciniglia nera della vite (Targionia vitis). 

Cenni di morfologia e biologia

Sono insetti di dimensioni molto ridotte che nella maggior parte dei casi misurano pochi millimetri (2/4 mm), caratterizzati da un dimorfismo sessuale (differenze morfologiche tra il maschio e la femmina) molto accentuato.

I maschi  sono normalmente più piccoli delle femmine, presentano addome e torace ben sviluppati, il capo presenta 2 antenne, che fungono da recettori agli stimoli esterni, un apparato boccale completamente atrofizzato (i maschi adulti non si nutrono vivono infatti, circa tre giorni durante i quali hanno un unico compito, quello dall’accoppiamento) e sono  provvisti di ali e di zampe al contrario delle femmine che non volano.

Le femmine hanno un aspetto poco riconducibile ad un insetto, sono prive di ali (attere) e per questo quasi del tutto immobili (se non fosse per la presenza di pseudo zampe molto ridotte che gli permettono di effettuare piccoli spostamenti), con i vari segmenti del corpo fusi tra loro e praticamente indistinguibili.

Il corpo delle femmine è ricoperto da strutture protettive (scudetti) composte da sostanze di varia natura (seta, cera e lacca) di forma e colore variabile. Queste strutture, prodotte da numerose ghiandole presenti lungo tutto l’addome, ne conferiscono la caratteristica forma (globosa, appiattita, allungata) che rappresenta un carattere tassonomico molto importante ai fini del riconoscimento di ogni singola specie.

A differenza dei maschi sono provviste di un apparato boccale ben sviluppato con stiletti (derivanti da un allungamento delle mascelle e delle mandibole) che servono per restare attaccate alla pianta ospite e succhiarne la linfa, peculiarità che causa il principale danno a carico delle piante ospiti.

Questi insetti si riproducono per lo più tramite accoppiamento tra maschio e femmina (riproduzione anfigonica), ma in alcune specie la riproduzione avviene per partenogenesi (senza l'accoppiamento tra maschi e femmine) e tra queste ultime, in alcune famiglie, la partenogenesi è obbligata per la completa scomparsa del maschio.

Generalmente producono numerose uova (nell’ordine delle centinaia per ogni singola “femmina madre”) che rimangono protette da secrezioni cerose e riparate sotto lo scudetto della madre, fino alla completa maturazione dando origine a numerose neanidi (forme giovanili). L’elevato dimorfismo presente nelle forme adulte di maschi e femmine non è caratteristico delle neanidi che nei primi stadi di sviluppo risultano essere tutte molto simili tra loro e con una più spiccata capacita di muoversi e disperdersi lungo le superfici della pianta ospite.

Le cocciniglie possono compiere più generazioni l'anno: esistono specie ovipare, che depongono uova a sviluppo embrionale non ancora iniziato e la schiusa avviene dopo un periodo di tempo più o meno lungo; altre ovovivipare che depongono uova a sviluppo embrionale già concluso o quasi e la nascita delle forme giovanili avviene contemporaneamente alla deposizione e specie vivipare nelle quali le uova si schiudono all'interno del corpo materno e le forme giovanili rimangono nelle vie genitali del genitore per uscirne a sviluppo quasi completato. 

Danni

Lo sviluppo delle forme giovanili procede attraverso più stadi giovanili, dette neanidi che, prima di assumere la forma definitiva di adulto, si spostano lungo le strutture della pianta ospite causando, proprio in questa fase, i più importanti sintomi di deperimento derivanti dalla loro presenza.

Lo sviluppo, favorito da climi caldi ed asciutti soprattutto se preceduti da inverni miti e il conseguente danno che ne deriva è causato esclusivamente dalle femmine (come già detto, il maschio ha la sola funzione di fecondare le femmine) che con i loro stiletti perforano i tessuti delle piante nutrendosi dei succhi vegetali, causando l’indebolimento e il conseguente deperimento della pianta. I sintomi principali di un loro attacco sono un generale avvizzimento degli organi colpiti (soprattutto se a carico dei frutti), maculature, decolorazioni e nei casi più gravi possono causare deformazione e ridurre lo sviluppo delle foglie e dei rami. Inoltre, con le loro punture facilitano l'ingresso di altri microorganismi quali ad esempio virus, tra cui è importante annoverare i Virus agenti di Legno riccio o virus associati all’accartocciamento fogliare ecc.

Questi insetti sono, inoltre, causa di danni indiretti dovuti alle abbondanti secrezioni di escrementi zuccherini (melata), molto appetibili per le formiche, con le quali instaurano un tipico rapporto di simbiosi cocciniglie – formiche. Infatti, le formiche agiscono stimolando le cocciniglie alla produzione di melata e allo stesso tempo svolgono una importante azione di protezione dagli attacchi di eventuali predatori delle cocciniglie stesse.

Inoltre, la melata è causa dell'insorgenza di fumaggini (costituite dalla proliferazione di complessi fungini) che creano una sorta di coltre scura sulla superficie degli organi attaccati, impedendo così il passaggio della luce e causando un danno indiretto per il forte deprezzamento dei frutti. 

Specie maggiormente presenti nei nostri areali: 

  • Parthenolecanium corni

Volgarmente chiamata cocciniglia del corniolo, rappresenta la specie che negli ultimi anni si è maggiormente diffusa nelle nostre zone, ma la sua presenza è comunque stata segnalata, da tempo, in diversi areali viticoli sia del Centro sia del Nord Italia.

Con uno sguardo un pò più attento, durante le fasi di potatura, è facile notare la presenza delle femmine adulte lungo i tralci e sul cordone delle piante attaccate (spesso si notano sotto gli anfratti del ritidoma del cordone principale), le quali presentano una colorazione marroncino scuro tendente al violaceo, con linee trasversali più marcate e scure sul dorso.

Lo sviluppo delle uova, molto piccole, ovali e di colore biancastro, procede attraverso due stadi giovanili (neanidi di I e II età) che hanno forma ovoidale e una colorazione, inizialmente biancastra e successivamente, nelle neanidi di II età, ialina.

Per quanto riguarda il ciclo biologico, questi insetti compiono, nelle nostre zone, due generazioni all’anno e superano l’inverno (svernamento) come neanidi di II età il cui sviluppo si completa, al riparo dalle basse temperature sotto gli anfratti del ritidoma, in primavera. In questa fase le femmine (mature) che generalmente si riproducono per partenogenesi (la presenza di forme maschili, in questa famiglia è molto rara) iniziano la deposizione delle uova che può variare da alcune centinaia ad alcune migliaia per ogni femmina. Le neanidi fuoriescono dal “guscio” della madre dopo circa 2 settimane (1° generazione) verso metà giugno e iniziano a colonizzare i nuovi tralci e i frutti determinando i danni, tipici, sopra descritti.

A questa generazione nella maggior parte dei casi (in base all’andamento climatico) ne segue una seconda che a fine estate (settembre) lascia le foglie e migra sui rami e lungo il cordone per prepararsi a superare l’inverno. 

  • Planococcus ficus (Cocciniglia farinosa)

    Questa cocciniglia è quella maggiormente presente nei nostri areali; si presenta con un tegumento di color chiaro (con tonalità che vanno dal rosa al grigio), di forma ovoidale che misura circa 3 mm e con il corpo ricoperto da una coltre polverulenta-cerosa di colore biancastro. Le uova, contenute all’interno di un ovisacco anch’esso avvolto dalla secrezione cerosa tipica di questa specie, possono essere presenti in numero variabile, da 300 a un migliaio per ogni femmina e si presentano di colore giallo chiaro e di forma ovale.  Le forme giovanili (neanidi) si evolvono attraverso tre stadi preimmaginali (neanidi di I, II e III età). Questa cocciniglia può avere dalle 3 alle 8 generazioni all’anno, in determinati ambienti favorevoli allo sviluppo; nelle nostre zone si anno 3 - 4 generazioni/anno (in base all’andamento climatico) che nell’arco della stessa stagione si susseguono con possibilità di accavallamento tra loro. Ciò comporta una concomitanza dei vari stadi di sviluppo con la contemporanea presenza di adulti, uova e neanidi di diversa età (questo aspetto è molto importante per le ripercussione che può avere nel caso si necessiti di interventi chimici di contrasto). Lo svernamento avviene ad opera della femmina matura, riparata sotto la corteccia del fusto e/o dei tralci, che in primavera (aprile-maggio) deposita gli ovisacchi cerosi sotto gli anfratti del ritidoma. Dopo circa una decina di giorni (a seconda delle temperature) fuoriescono le forme giovanili all’incirca nella prima metà di giugno che si portano sui germogli in accrescimento. La seconda generazione avviene a luglio con le forme giovanili che migrano su germogli e grappoli alla quale segue, in agosto, una terza generazione che si sviluppa principalmente all’interno dei grappoli e che potenzialmente può determinare i danni più rilevanti (le varietà di vite a grappolo compatto sono maggiormente suscettibili perché, all’interno del grappolo, il fitofago trova condizioni microclimatiche più favorevoli allo sviluppo). Alla terza generazione (in particolari condizioni climatiche si può avere una quarta generazione, non molto frequente nelle nostre zone) segue, in autunno, la migrazione delle femmine verso le zone più riparate dal freddo (ritidoma) dove si preparano per lo svernamento.

    Il danno è dovuto principalmente alle punture di nutrizione con sottrazione di linfa, a cui si associa l’abbondante emissione di melata e, come per Planococcus ficus, il danno indiretto è costituito dallo sviluppo di fumaggini che riduce l’attività fotosintetica delle foglie ritardando la maturazione  dei grappoli e influenzando il grado zuccherino del mosto. Occorre considerare che spesso le cocciniglie sono localizzate su singole piante o al massimo su gruppi di piante adiacenti. Le infestazioni sono meno dannose in corrispondenza di precipitazioni abbondanti in quanto si verifica il dilavamento delle forme giovanili. La presenza della cocciniglia sembra favorita in quei vigneti trascurati o ubicati in zone molto umide, oltre che in quei vigneti con eccessivo rigoglio vegetativo (dovuto spesso a concimazioni azotate eccessive).

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