Il Progetto FD nel 2023
Iniziato nel 2022, il progetto straordinario per la flavescenza dorata della vite e lo scafoideo è proseguito nel 2023 anche grazie al supporto economico del Consorzio Tutela Lambrusco.
di Pasquale Mazio, Michele Violi e Luca Casoli
Il Progetto FD è nato nel 2022 per ampliare e approfondire le conoscenze sulla presenza, la distribuzione e l’andamento della flavescenza dorata nelle diverse aree vitate della provincia reggiana, in un momento in cui avevamo lanciato l’allarme per l’intensificarsi dei sintomi e l’aumento delle popolazioni di scafoideo (vedi l’articolo “Progetto straordinario flavescenza dorata e scafoideo” pubblicato sul Notiziario di marzo 2022). Sintomi e vettore sono i due aspetti di una stessa medaglia e indicano una nuova recrudescenza della malattia. Anche in questo progetto, non si deve, però, dimenticare l’altro dioscuro dei Giallumi della vite nei vigneti reggiani: il legno nero.
Il progetto si è articolato in entrambi gli anni su diversi filoni di indagine (in campo, in ambiente controllato, in laboratorio), con un forte incremento nel 2023 del numero di vigneti coinvolti.
Prima di vedere insieme come si compongono i diversi filoni di lavoro, precisiamo che i dati aggregati di campo dei 2 anni sono in elaborazione (vedi l’articolo sul Progetto e l’articolo “Flavescenza dorata e legno nero richiedono forte attenzione” pubblicati sul Notiziario di dicembre 2022, per una parziale discussione dei dati raccolti nel primo anno, e su questo stesso numero l’articolo “Cresce la malattia, si intensifica la lotta” per i dati parziali del secondo anno).
Monitoraggio dello scafoideo
È stato condotto in entrambi gli anni, coinvolgendo 20 vigneti nel 2022 e 29 nel 2023. È iniziato con un rilievo con metodo sequenziale, nell’epoca di massima visibilità dello scafoideo (fine maggio-metà giugno), ed è proseguito con l’installazione di due trappole cromotropiche disposte ad altezza chioma in post-difesa insetticida, cioè dopo il trattamento obbligatorio nel 2022 e il secondo obbligatorio nel 2023. I rilievi sono stati effettuati ogni 2-4 settimane a seconda delle aziende, mentre il cambio delle trappole è avvenuto generalmente ogni 4 settimane. Il controllo delle trappole era accompagnato da un rilievo visivo alla chioma e sono stati presi in considerazione anche Hyalesthes obsoletus (vettore del legno nero) e altre cicaline.
Correlazione tra difesa insetticida aziendale e presenza del vettore
Tra quelli del monitoraggio scafoideo sono stati selezionati10 vigneti nel 2022 e 20 nel 2023 (i 10 del primo anno + altri 10 nuovi nel secondo anno). In questi vigneti sono stati condotti più rilievi specifici per valutare l’andamento delle popolazioni dello scafoideo, in seguito alla lotta insetticida messa in atto dall’azienda. Non si tratta di una prova di efficacia, non c’è un testimone non trattato e pertanto non fornisce indicazioni dirette sull’efficacia degli insetticidi contro scafoideo. L’obiettivo era quello di verificare quale fosse l’andamento delle popolazioni di scafoideo in seguito all’applicazione pratica delle strategie di difesa attuate dall’azienda (secondo le sue consuete modalità e senza un nostro diretto intervento) e nelle condizioni di campo, comprendendo, in questo modo, tutte le possibili variabili: timing d’intervento, scelta della sostanza attiva e del prodotto fitosanitario, distribuzione, tipo di macchina, di ugelli, modalità, quantità d’acqua, ecc..
Monitoraggio delle viti sintomatiche
Nei 29 vigneti coinvolti nel progetto è stato effettuato anche il monitoraggio delle viti sintomatiche presenti nelle file centrali dell’appezzamento prescelto, considerando almeno 200 viti, da porre in relazione con l’entità della presenza dello scafoideo e del tipo di fitoplasma rinvenuto mediante analisi.
Campionamento per le analisi molecolari
Grazie ad una convenzione con l’Università di Bologna, nella persona del prof. Ratti, è proseguito il campionamento (da luglio a settembre) di viti sintomatiche da destinare alle analisi molecolari di laboratorio. I 20 vigneti coinvolti nel Progetto 2022 sono stati interessati dal prelievo di due campioni nel primo anno e di uno nel secondo anno (eccetto un vigneto presente nel ’22, ma non nel ’23). Nei 10 nuovi vigneti associati nel ’23 il campionamento ha riguardato due viti sintomatiche.
Un numero consistente di campioni è stato poi utilizzato per il monitoraggio territoriale, così come riportato negli articoli già citati in questo stesso numero del Notiziario Fitopatologico e in quello dell’anno scorso.
Valutazione in campo del comportamento delle barbatelle sottoposte a termoterapia
L’attività è iniziata nel 2022, valutando in 11 vigneti all’impianto, durante l’estate e poi con mappatura finale, il comportamento di oltre 31mila barbatelle sottoposte preventivamente a termoterapia per l’eliminazione del fitoplasma della flavescenza dorata + 4500 barbatelle non termotrattate e messe a dimora in filari contigui (in qualità di testimone). Abbiamo proseguito nel 2023, valutando 10 degli 11 vigneti già coinvolti l’anno precedente (ormai al secondo anno) a cui si sono aggiunti 5 vigneti di nuovo impianto (per ulteriori12mila barbatelle termotrattate e ca. 700 non termotrattate).
Oltre ai rilievi visivi periodici sullo stato delle barbatelle (attecchimento, sviluppo, ecc.), sono stati anche effettuati dei campionamenti per le analisi di laboratorio, ed installate 4 trappole cromotropiche in ogni vigneto, funzionali al monitoraggio di scafoideo e hyalesthes. Le trappole sono state sostituite ogni 4 settimane.
Questa indagine si affianca a quella più generale curata, già da alcuni anni, dal nostro collega Marco Profeta sulla sanità del materiale di propagazione nei vigneti in allevamento (vedi articolo specifico in questo stesso numero del Notiziario Fitopatologico).
Raccolta di vettori alternativi o potenziali e possibile correlazione con la presenza della FD
Grazie all’impiego di tante trappole cromotropiche, si stanno raccogliendo anche molti dati sulle diverse cicaline ed altri insetti presenti all’interno o ai bordi dei vigneti. La programmazione delle prossime attività prevede di intraprendere un’ulteriore indagine sui vettori alternativi (già attestati che trasmettono in qualche modo la malattia) o potenziali (quelli che potrebbero farlo e sono da individuare). Grazie alla prof.ssa Bertaccini (dell’Università di Bologna) e ad una ricerca sull’argomento, associata ad una tesi di Laurea sperimentale, abbiamo avuto la possibilità di fare un passo avanti.
Sono stati, così, individuati 5 vigneti a conduzione integrata e altrettanti a conduzione biologica, scelti in base alla loro storia di malattia e presenza/assenza di una vegetazione di bordo e di altri vigneti confinanti. Sono state installate all’interno, all’esterno e sulla vegetazione di confine (quando presente) le trappole cromotropiche (sostituite ogni 3 settimane), con identificazione degli insetti catturati e da sottoporre ad analisi molecolare per individuare la presenza dei fitoplasmi al loro interno. Inoltre, sono stati raccolti, in ciascun vigneto, diversi campioni di vite sintomatici e non.
Valutazione di un kit rapido di analisi per flavescenza
Nell’intento di individuare un sistema analitico pratico, utilizzabile direttamente dai tecnici viticoli e dal costo contenuto è iniziata la valutazione di un kit di test rapido per l’individuazione della flavescenza dorata.
Al fine di valutarne l’attendibilità sono stati raccolti 75 campioni in doppio da analizzare in parallelo con il metodo biomolecolare ufficiale e con il kit di test rapido.
Dalla prima stagione di validazione è emersa una buona attendibilità che verrà ulteriormente appurata in un secondo anno di valutazione con l’auspicio di poter disporre anche dello specifico kit funzionale all’identificazione del fitoplasma del legno nero.
Valutazione di dettaglio del materiale di propagazione infetto e risanato con termoterapia
Per il secondo anno è stato costituito un nucleo di barbatelle destinate alla valutazione oggettiva del contributo di risanamento determinato dal trattamento di termoterapia. Il protocollo di lavoro ha visto l’individuazione in campo di piante interessate da sintomi tardivi e lievi.
I tralci contrassegnati sono stati sottoposti ad analisi biomolecolare e, qualora positivi, sono stati oggetto di prelievo di gemme da utilizzarsi per la moltiplicazione previa applicazione del trattamento termico su gemma. Il materiale così predisposto è stato sottoposto a forzatura, successiva invasatura per radicazione (in vaso temporaneo) e mantenimento in serra.
La verifica dell’effetto del trattamento termico ed il relativo contributo di risanamento del materiale, preventivamente appurato come certamente infetto, è stata corredata da valutazioni relative all’attecchimento, germogliamento e presenza di sintomi effettuando a campione, anche su viti asintomatiche, le analisi molecolari per individuare la presenza del fitoplasma. Il materiale così ottenuto verrà mantenuto in serra per almeno un ulteriore stagione.
Miglioramento della qualità fitosanitaria del materiale vivaistico
In funzione delle crescenti criticità appurate negli ultimi anni nei vigneti di nuova realizzazione e facendo seguito alle prime esperienze mosse nel 2022 è proseguita la sperimentazione e valutazione di tecniche di moltiplicazione di portainnesti e vitigni funzionali all’ottenimento di materiale con i massimi standard fitosanitari.
Gli obiettivi finali sono molteplici:
- ottenimento di talee portainnesti da impianti su filo (non striscianti da ceppaia), protetti sotto rete antinsetto monoblocco e realizzati con materiale ottenuto da micropropagazione o da embriogenesi somatica;
- ottenimento di gemme varietali (marze) da impianti gemmai dedicati (non per produzione uva), mantenuti sotto coperture monoblocco in rete antinsetto e realizzati con materiale derivante da micropropagazione o embriogenesi (di portainnesto e varietà), da utilizzare per la produzione di piante mediante la tecnica di innesto verde (microtalee o in vitro).
Impianti dedicati di questo tipo, oltre a garantire la sanità iniziale ed il suo mantenimento, consentirebbero di applicare una potatura e concimazione dedicate, funzionali ad avere materiale meglio lignificato, con maggiori riserve e più adatto all’innesto. Inoltre, non essendo destinati a vendemmia, qualora non si arrivasse a proteggere gli impianti con rete, si potrebbe anche attuare una difesa insetticida più spinta, per la massima garanzia del miglior contenimento dei possibili vettori (scafoideo, hyalesthes, cocciniglie...).
L’esperienza maturata nelle ultime stagioni ha costituito la base per una proposta portata nel Comitato fitosanitario nazionale in merito all’innesto verde quale tecnica alternativa impiegabile per la realizzazione di materiale “iniziale e “base” che ha riscosso interesse e la richiesta di integrazione di dati e approfondimenti.
Prevenzione e gestione della malattia
In questo ambito, fino ad ora poco esplorato, si è dato corso e supporto a prove relative a induttori di resistenza di sintesi e microbiologici applicati con differenti modalità (fogliare, radicale).
A supporto di UniBO sono, inoltre, stati individuati più vigneti destinati all’applicazione della tecnica di endoterapia con l’obiettivo di riduzione della concentrazione dei fitoplasmi nei tessuti della pianta infetta, potenzialmente funzionale ad attenuare o eliminare la sintomatologia.
Queste ultime verifiche prevedono un percorso pluriennale con reiterazione delle applicazioni che dalla prossima stagione verranno integrate da verifiche analitiche funzionali ad appurare l’auspicabile riduzione dei fitoplasmi.
Sempre più si scrive e legge di innovative biotecnologie potenzialmente funzionali alla gestione fitosanitaria, pertanto, non potevamo tralasciare questo approccio. Facendo tesoro dell’esperienza e dei contatti maturati nel corso degli ultimi anni, nonché dell’autorizzazione ministeriale conseguita per la realizzazione e mantenimento di un sito sperimentale dedicato, si sta lavorando all’avvio di un ambizioso progetto biotech che mira al contenimento di Scaphoideus titanus mediante strategie innovative di silenziamento genico; naturalmente non mancheremo di tenervi informati.
Con questa trattazione per sommi capi abbiamo voluto rappresentare le molteplici attività sperimentali che si stanno realizzando attraverso collaborazioni con varie strutture, con il sostegno del Consorzio di tutela del lambrusco e in convenzione con la Regione Emilia Romagna.
Uno sforzo significativo e congiunto, che vede anche un periodico confronto dei risultati con i Servizi fitosanitari di altre regioni del nord Italia con le quali si condivide questa grave situazione di recrudescenza dei giallumi fitoplasmatici della vite, con qualche iniziale sconfinamento a sud dell’Appennino.
L’obiettivo è quantomeno di tornare, il prima possibile, ad una convivenza sostenibile con questa grave criticità fitosanitaria, per la quale serve uno sforzo congiunto non solo delle istituzioni, bensì dell’intero settore, comprese le singole aziende viticole alle quali rinnoviamo la raccomandazione di seguire in maniera scrupolosa le indicazioni relative ad interventi preventivi e di gestione della malattia.