Chi ben comincia…
Circa 100.000 piante in allevamento controllate durante la stagione 2018.
di Marco Profeta e Fabio Gambirasio
L’importanza del materiale vivaistico è fondamentale per assicurare in campo una situazione ottimale di salubrità. Tutti noi sappiamo le molteplici problematiche che i vigneti in allevamento possono presentare e, partire con barbatelle sane, evita ulteriori operazioni agronomiche di risanamento in campo. Le più frequenti avversità sono:
v Biotiche:
v Abiotiche:
Durante la stagione viticola 2018 si è deciso di eseguire un monitoraggio per valutare e stimare la diffusione e incidenza delle avversità citate sopra in tutta la provincia reggiana. Come per ogni monitoraggio ci siamo avvalsi di un protocollo utile a standardizzarlo, che prevedeva:
Per poter ottenere un campione rappresentativo di aziende con le sopra citate caratteristiche, abbiamo contattato tutte le parti che potevano darci le informazioni necessarie, come rivendite, cantine, impiantisti, ex Assessorato provinciale all’Agricolturaecc…
Abbiamo preso contatto con le varie aziende ed eseguito i controlli dal mese di giungo ad agosto.
Il lavoro è stato lungo ed impegnativo e ci ha permesso di raggiungere numeri importanti (vedi Tabella 1).
Tabella 1. Dati del monitoraggio 2018 su vigneto in allevamento.
Per avere un quadro completo di quanto osservato in campo, bisognava avere delle informazioni in più, poiché ogni avversità necessita di una propria indagine, relativa ai diversi fattori che possono darci un’idea sulla loro provenienza e sul loro sviluppo.
Intervistando i nostri agricoltori, oltre ai dati aziendali, siamo risaliti ad aspetti legati alla conduzione agronomica e fitosanitaria del vigneto, alla presenza di incolti e/o di vite americana presente nelle vicinanze dell’appezzamento.
Viste le differenti manifestazioni sintomatiche delle varie problematiche e della loro relativa diffusione in campo, abbiamo effettuato un monitoraggio minuzioso. Ogni singola pianta dell’ettaro preso in esame, è stata visionata completamente in tutte le sue parti. Questo perché per i giallumi, virosi e mal dell’esca, i sintomi sono riscontrabili soprattutto a livello dei tralci e dell’apparato fogliare, dove si possono avere manifestazioni che vanno da lievi alterazioni cromatiche fino a modificazioni morfologiche e disseccamento; per quanto riguarda invece i sintomi da batteriosi, virosi e disaffinità d’innesto, il controllo si è effettuato all’altezza del portinnesto, togliendo gli shelter dove necessario.Nei casi in cui non era chiara l’avversità, sono stati raccolti dei campioni utili ad identificarne l’eziologia.
Raggiunta una mole di dati ottimale si è proceduto ad una elaborazione e successiva analisi.
Giallumi della vite
Questa avversità, a causa della sua peculiare diffusione in campo, merita un’analisi specifica e, grazie ai molti dati ottenuti, siamo riusciti ad eseguire delle elaborazioni non solo lavorando sul totale delle piante monitorate, ma anche differenziandone l’età.
Com’è possibile osservare dal grafico 1, a prima vista notiamo che vi è una certa scalarità del numero di piante sintomatiche con l’aumentare dell’età dell’impianto. Questo ci concorda nel dire che dai vivai sicuramente arriva del materiale già infetto, ma una gestione agronomica e fitosanitaria non adeguata e un mancato estirpo delle piante malate, sommato alla possibile trasmissione dei fitoplasmi tramite i relativi vettori, causa un aumento della problematica in maniera esponenziale con il passare degli anni.
Non sembrerebbero dati preoccupanti, ma ragionando sul singolo anno, possiamo osservare come, nei vigneti più vecchi, le percentuali mediamente siano prossime all’1%. Ciò vuol dire che in un appezzamento di 1 Ha con 2500 piante, 25 di queste risultano malate.
Ovviamente parliamo di dati medipoiché, esaminando le singole aziende, abbiamo riscontrato diversi casi con assenza di sintomi, ma anche situazioni critiche con il 3,24% di piante sintomatiche (Grafico 2).
Per quanto riguarda l’analisi varietale, non abbiamo riscontrato particolari differenze sulla suscettibilità a queste fitoplasmosi.
Altre problematiche
Su tutte le altre problematiche, sia biotiche che abiotiche, non abbiamo riscontrato significative differenze legate ad anni diversi delle barbatelle,neanche dal punto di vista varietale.
Possiamo però dire che queste, a differenza dei giallumi, dipendono molto dalla qualità del materiale di partenza. Infatti esse sono presenti in campo quando provenienti dal vivaio e, per le problematiche biotiche, non si riscontrano particolari diffusioni all’interno del vigneto. Ovviamente questo accade se non si ha, all’interno dell’appezzamento, la presenza di vettori e si eseguono correttamente tutte le buone pratiche di gestione agronomica necessarie a non diffonderle.
Nel grafico 3, come possiamo notare, i problemi osservati in campo, non sono distribuiti uniformemente, ma si tratta di singoli casi aziendali. Ad esempio l’azienda 41, presentava una percentuale di piante sintomatiche da Agrobacteriumpari circa al 30%.
Grafico3. Sommatoria percentuali delle problematiche biotiche e abiotiche nelle singole aziende.
A riconferma di quanto detto finora, a differenza dei giallumi, la minore incidenza di tutte le altre problematiche e la loro presenza concentrata nei vigneti di 1 e 2 anni, ci fa dire che queste sono probabilmente dovute a materiale non conforme ed infetto, proveniente dai vivai (Grafico 4).
Grafico 4. Incidenza in percentuale delle problematiche nelle varie aziende.
In conclusione possiamo affermare e ribadire che mediante materiale sano e una gestione agronomica e fitosanitaria corretta di ogni singolo vigneto, possiamo preservare il nostro patrimonio viticolo e ottenere le migliori produzioni, assicurandone anche ottime caratteristiche qualitative.