Consorzio Fitosanitario Provinciale

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Sommario

Tra le folte chiome dei nostri vigneti: Check-up 2020

870 rilievi e…si procede ancora nel periodo autunnale

di Alessandra Barani, Andrea Franchi e Pasquale Mazio


Iniziamo citando le località dei vigneti, dell’ormai storico progetto Check-up (Foto 1) che ci ospitano per tutta la stagione: 5 a Reggio Emilia (Castellazzo, Calvetro, Masone, Sesso e San Bar­tolomeo), 1 a Bagnolo (vicinanze Massenzatico), 2 a Novellara, 1 a Ca­delbosco Sopra, 1 a Poviglio, 3 a Rio Saliceto, 3 a Correggio, 1 a San Mar­tino in Rio, 1 a Fabbrico, 1 a Campa­gnola, 1 a Rubiera, 1 a Scandiano, 2 ad Albinea, 2 a Montecchio, 1 a San Polo, 2 a Cavriago e 1 a Quattro Ca­stella (sostituito nel 2020).

Chi svolge assistenza tecnica territoriale, come noi, deve basarsi sui numeri per inquadrare le problematiche fitosanitarie e analizzarne l’evoluzione su tutti gli areali della provincia.

L’obiettività, oltre che dal ripetersi dei controlli nei medesimi punti di osservazione, deriva dall’adozione di un protocollo generale condiviso (più specifici sotto-protocolli per diverse avversità) che toglie soggettività alla raccolta dei dati.

Come nella scorsa stagione, la nostra rete bio-epidemiologica suddivideva il territorio provinciale in 6 macroaree geografiche a cui abbiamo ricondotto i 29 vigneti del Ck. Ai controlli di campo sono stati affiancati i riscontri delle numerose piattaforme modellistiche di cui ci avvaliamo, quasi tutte agganciate alla nostra rete Fito­climate che stiamo sfruttando per tutte le sue potenzialità:

1) Vite.net, su dati meteo Fito­climate con modellistica per peronospora, oidio, botrite, black rot, tignoletta, Scaphoideus titanus e Planococcus ficus;

2) Fieldclimate, meteo Fito­climate, con modellistica per peronospora, oidio, botrite, black rot e tignoletta;

3) Modelli in pillole, meteo Fito­climate, con modellistica PMScaTiLife (Scaphoideus titanus vedi articolo specifico sui Giallumi), IPI (peronospora vite), Gestper-Baldacci (peronospora vite).

4) FitoSpa, meteo quadranti ARPA, per vite con modellistica per peronospora, oidio, tignoletta, Scaphoideus titanus e Planococcus ficus (gli ultimi due in validazione).

Dati biologici/epidemiologici alla mano, output dei modelli e analisi delle problematiche sono un buon retroterra per definire gli indirizzi tecnici, settimana dopo settimana, nel corso della stagione.

Dopo tanti sforzi, immersi tra le folte chiome dei nostri vigneti, è anche di soddisfazione fare due conti per archiviare l’annata.

Funghi e batteri: tutto sommato non è andata male

Peronospora e oidio, a cui abbiamo dedicato i rispettivi box “Peronospora: quando e quanta” e “Oidio: pigro già da alcuni anni”, sono stati clementi in questo tribolato 2020. Ricordiamo che entrambe le avversità, oltre ad essere scannerizzate nei vigneti del Ck, sono oggetto di osservazioni specifiche anche nei campi non trattati del progetto Follow-up “Fw” (12 per peronospora e 5 per oidio).

La botrite (Foto 2), altra malattia fungina di una certa rilevanza, si è manifestata in 4 casi nell’ultima decade di luglio, in 11 durante il mese di agosto e in 1 caso ai primi di settembre. Traducendo in percentuale, la malattia ha coinvolto il 55,17% dei vigneti. Relativamente all’incidenza sui grappoli, nel 34,48% dei campi, sul totale di quelli controllati, ha generato attacchi bassi (0,5-5% di grappoli colpiti), nel 6,90% medi (6-10% di grappoli colpiti) e nel 13,79% alti (>10% di grappoli colpiti). Annata, quindi, migliore rispetto al 2019 che aveva visto la botrite su grappolo nell’82,76% dei vigneti.

Piccola criticità della campagna 2020 è il black rot (marciume nero), patologia fungina new entry del 2019 che era stata osservata nel10,34% dei vigneti. I campi erano tutti in pedecollina e le infezioni, individuate nella prima decade di luglio, riguardavano i grappoli.

Quest’anno la percentuale di aziende con manifestazioni sui grappoli, comparse sempre nel mese di luglio, è rimasta analoga e confinata ai vigneti di pedecollina. Tuttavia, nel 31,03% dei campi (5 in pedecollina e 4 in pianura) è comparsa sulle foglie tra il 18 e il 20 maggio.

Per proteggerci da questa malattia che è in espansione, bisognerà lavorare concretamente anche sulle pratiche agronomiche.

Qualche sintomo, causato da Macrophoma sp. (F. ASC. Botryosphaeria dothidea), già segnalato in precedenti annate, è stato osservato su grappolo nel 6,90% dei campi.

Il marciume acido, generato da lieviti e batteri, si è palesato a fine stagione nel 48,28% delle aziende. Se nel 51,72% dei vigneti è risultato assente, il 31,03% dei campi, sul totale di quelli controllati, ha mostrato attacchi bassi (0,5-5% di grappoli colpiti), il 13,79% medi (6-10% di grappoli colpiti) e il 3,45% alti (>10% di grappoli colpiti). I numeri sono un po’ superiori a quelli dello scorso anno.

Valori un po’ più alti anche per il complesso del mal dell’esca che ha coinvolto il 93,10% dei campi, a fronte di un già elevato 89% del 2019.

Segnalato, nel 3,45% delle aziende, anche il tumore delle radici e del colletto causato dal batterio Agrobacteriun tumefaciens (Rhizobium radiobacter).

Fitoplasmi e virus: il pericolo è in agguato

Relativamente ai fitoplasmi, sintomi di flavescenza dorata e legno nero sono stati riscontrati nell’86,21% dei campi del Ck, rispetto al 75,86% del 2019. Si tratta di intercettazioni nel corso dei controlli settimanali e non del rilievo ad hoc di fine campagna, descritto approfonditamente nell’articolo “Giallumi della vite: piante sintomatiche, fitoplasmi, scafoideo e modello previsionale”. Due parole anche sul vettore della flavescenza dorata (Scaphoideus titanus), protagonista di specifici rilievi riepilogati nell’articolo sopra menzionato, che è stato comunque rinvenuto nel corso dell’estate, con molta facilità.

Altro argomento delicato è il virus del pinot grigio (Grapevine Pi­not Gris Virus- GPGV), osservato nel 6,90% dei campi (3,45% nel 2019). L’incremento della sua diffusione è avallato, in misura più incisiva, da numerosi avvistamenti fuori lotto (fuori dalle aree dello screening, quindi a co­rollario delle osservazioni sistemati­che) e dalle diagnosi, effettuate nel corso di numerose visite richieste dagli utenti,corredate da analisi di laboratorio.

Per terminare la sintesi sulle virosi, ad ex aequo con il 3,45% dei vigneti, il virus dell’accartocciamento fogliare (GFLV - GrapevineFan Leaf Vi­rus) e il legno riccio.

insetti fitofagi e fitomizi: facciamo delle distinzioni

1) Quelli numerosi ma senza conseguenze

Passiamo alla sfilata degli onnipresenti: bostrico (Sinoxylon perforans e Sinoxylon sexdentatum) intercettato nel 20,69% dei campi e spesso neutralizzato con fascine esca (Foto 3); sigaraio (Byctiscus betulae) nel 58,62%; sintomi da cicadella bufalo (Stictocephala bisonia) nel 48,28%; cecidomia (Dichelomyia oenophila) nel 20,69% e fillossera (Daktulosphaira vitifoliae) nel 24,14% (percentuale analoga al 2019).

E ora l’appello per i minatori Phyllocnistis vitegenella, Antispila oinophylla e Holocacista rivillei presenti rispettivamente nel 96,55%, 51,72% e 17,24% dei vigneti.

È importante citare, nel 100% delle aziende, la presenza di forme mobili delle cicaline della vite, verde (Empoasca vitis) e gialla (Zygina rhamni), ma con sintomi, sempre lievi, manifestati rispettivamente nel 72,41% e nell’86,21% dei campi.

Abbiamo rinvenuto infestazioni di tripidi (Drepanothrips reuteri) nel 34,48% dei vigneti, di metcalfa (Metcalfa pruinosa) su grappoli e/o su foglie nel 96,55% dei casi e di cimice asiatica (Halyomorpha halys) nel 55,17% (Foto 4). Per questi due ultimi insetti i valori sono identici a quelli della scorsa annata.

A fine stagione, Drosophila melanogaster e Drosophila suzukii hanno fatto capolino rispettivamente nel 62,07% e nel 6,90% dei campi.

2) Quelli in espansione con troppe conseguenze

Possiamo definire le cocciniglie farinose (Pseudococcidae), Planococcus ficus e Pseudococcus comstocki, come un punto critico entomologico. La prima specie è rimasta stabile nei vigneti del Ck rispetto al 2019 (13,79% dei campi interessati), mentre la seconda specie è passata dal 24,14% al 34,48%. A quest’ultima percentuale possiamo aggiungere un ulteriore 6,90% di segnalazioni fuori dal lotto dello screening che, pur non essendo conteggiate, hanno un loro peso. In alcuni casi abbiamo rilevato anche infestazioni miste delle due cocciniglie farinose. L’attribuzione delle specie è stata fatta mediante analisi molecolare o visivamente, quando il materiale non era sufficiente. La forte espansione, disegnata dai controlli, desta preoccupazione anche se gli attacchi risultavano tendenzialmente modesti. In ogni caso, 9 aziende sono ricorse a un trattamento (talvolta attivo anche contro scafoideo), 3 aziende a due trattamenti e 1 azienda a tre trattamenti. In diversi casi la difesa chimica è stata affiancata dai lanci del parassitoide Anagyrus pseudococci e/o del predatore Cryptolaemus montrouzieri (Foto 5).

Oltre ai controlli in campo, basati su uno specifico e articolato protocollo, in 12 aziende abbiamo installato le trappole per la cattura dei maschi di Planococcus ficus e in 4 aziende per Pseudococcus comstocki. Per quest’ultima specie le trappole, non ancora in commercio, ci sono state fornite a campagna inoltrata a scopo di valutazione. Al momento è prematuro trarre conclusioni sulle catture e su come sfruttare il dato del volo, perché dobbiamo ancora approfondire e capire alcuni aspetti. Alla fine di novembre, mentre produciamo il Notiziario, stiamo ancora andando in campo per controllare gli sfarfallamenti.

Per procedere con la panoramica sugli Pseudococcidae, segnaliamo nel 6,90% dei campi Heliococcus bohemicus,che fortunatamente sembra essere meno pericoloso delle altre due specie perché produce poca melata.

Possiamo concludere il poco lusinghiero quadro sulle cocciniglie indicando la presenza dei Coccidae Par­thenolecanium corni e Pul­vinaria vitis, rispettivamente nel 48,28 e 6,90% dei vigneti.

3) Quelli casuali o non stanziali

Le osservazioni entomologiche più “appaganti” riguardano gli ospiti casuali o meno stanziali dei vigneti. Molte di queste specie sono state citate in diverse sintesi dei Ck perché le ritroviamo frequentemente.

Tra i Rincoti (Hemiptera) sez. Auchenorrhyncha, abbiamo osservato Erasmoneura vulnerata, Hishimonus hamatus, Neoaliturus fenestratus, Platymetopius major, Japananushyalinus, diversi Cixiidae (tra cui Hyalesthes obsoletus), Philaenus spumarius, Dictyophara europaea e Acanalonia conica.

Tra gli Hemiptera sez.Sternorryncha abbiamo intercettato varie specie di Aphididae.

Relativamente a Hemiptera Heteroptera sono stati rinvenuti frequentemente Tingidae, Miridae, e Pentatomidae (tra cui Nezara viridula).

Tra i Coleotteri, piuttosto diffusi Apion pisi, Altica spp. E Lachnaia sexpunctata.

In rappresentanza dei Lepidotteri citiamo Hypsopygia costalis (Foto 6), Cydia compositella, Epiblema foenella,Trachea atriplicis ed Emmelia trabealis.

Molto frequenti diversi Ortotteri, tra cui Phaneropterinae (Foto 7),anche associati ad erosioni su foglie e grappoli.

Osservati anche Oniscidae sotto la corteccia, Collembola e Psococoptera, spesso sui grappoli o su residui di colonie di cocciniglie farinose. 

4) quelli che a volte vanno e a volte tornano

Possiamo includere il questo gruppo tignoletta (Lobesia botrana) ed eulia (Argyrotaenia ljungiana). La prima viene approfonditamente trattata nello specifico articolo “Presente solo nei soliti vigneti”, la seconda in questo 2020 non merita troppa attenzione. Come nelle annate precedenti i controlli del volo di eulia hanno evidenziato sfarfallamenti molto elevati in prima e in terza generazione, mentre in seconda sono risultati inferiori. I sintomi in campo sono stati osservati in giugno o in agosto nel 13,79% delle aziende con valori trascurabili.

acari dannosi: recupera terreno il ragnetto rosso

Quest’anno la diffusione dei Tetranychidae ha riguardato tutto il territorio. Il ragnetto giallo (Eotetranychus carpini) e il ragnetto rosso (Panonychus ulmi) sono stati rinvenuti, rispettivamente, nel 48,28% dei vigneti (stabile rispetto al 2019) e nel 37,93% (24,14% nel 2019). Le esplosioni di ragnetto rosso sono state segnalate soprattutto nel periodo estivo, tra luglio ed agosto e, in minor misura, tra maggio e giugno.

Per la famiglia degli Eriophyidae, Colomerus vitis,responsabile dell’erinosi, ha infestato il 93,10% dei vigneti (100% nel 2019) e Calepitrimerus vitis, responsabile dell’acariosi, il 41,38% (a fronte di un 17,24 nella scorsa stagione).

E finalmente gli utili:tra insetti e aracnidi la classe non è acqua

Oltre alle diffusissime Chrysoperla carnea e Dichochrysa spp. (crisopa porta fardello), di cui rileviamo frequentemente uova, larve e adulti, abbiamo incontrato gli splendidi e meno frequenti Raphidioptera, le cui larve stanno sotto la corteccia (Foto 8), mentre gli adulti bazzicano la chioma (Foto 9).

Passando ai coleotteri, tante le specie di coccinelle, tra cui Coccinella septempunctata, coccinella Ar­lecchino Harmonia axyridis, il piccoloStethorus punctillum e molte altre, rinvenute in tutti i loro stadi, uova, larve (Foto 10), pupe e adulti (Foto 11). Quest’anno, in prestito dai limitrofi noccioli, abbiamo incrociato anche Vibidia duodecimguttata, piccola coccinella che si nutre di oidio. Altro coleottero che in campagna non si fa desiderare è la Cantathidae Rhagony­cha fulva.

Tra gli utili neo lanciati e quelli già atterrati, è stato un piacere ritrovare, a fine campagna, le larve di Cryptolaemus montrouzieri, dopo i lanci degli adulti eseguiti nel corso della stagione. La speranza è che il predatore si mantenga in campo come è accaduto per il parassitoide di M. pruinosa, Neodryi­nus typhlocybae, lanciato negli anni ’90 ed ora stanziale nei nostri campi (Foto 12).

Attivissime tante specie di Ditteri Syrphidae i cui adulti frequentano i grappoli in fioritura (Foto 13). Nello stesso periodo altri habituè dei nostri vigneti sono i Forficulidae.

Tra gli acari,Allothrombidae e Fitoseidae ci accompagnano nei nostri rilievi dall’inizio alla fine della stagione.

Più visibili e minacciosi gli Aracnidi Araneae (Foto 14) e i meno credibili Opiliones.

epilogo 2020

I dati sintetizzati nel consuntivo tecnico riguardano i sopralluoghi eseguiti fino all’11 settembre. Come di consueto, gli esiti di eventuali rilievi suc­cessivi (alcuni ancora in corso mentre stiamo scrivendo questo articolo), pur lasciando traccia, non sono conteggiati nella stima conclusiva delle infezioni/infesta­zioni.

Per costruire il retroterra d’informazioni dedicato all’assistenza tecnica, i dati dei Ck e dei Fw vengono affiancati dai risultati delle numerosissime visite richieste dagli utenti, da specifici progetti/sperimentazioni e dalla tipologia di problematiche affrontate dal nostro collega, Stefano Vezzadini che si dedica all’assistenza tecnica telefonica.

Hanno esplorato i vigneti del Ck (e del Fw) i tecnici dello staff vite: Mirko Bacchiavini, Alessandra Barani, Luca Casoli, Andrea Franchi, Fabio Gambirasio, Pasquale Mazio e Marco Profeta.


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