Landscape management – 3 anni di sperimentazione!
Gestione degli inerbimenti in vigneto per il biocontrollo della tignoletta della vite.
di F. Gambirasio e M. Profeta
Ormai da 3 anni è in corso un progetto sperimentale sul biocontrollo, utile alla verifica del tasso di parassitizzazione in vigneto, ad opera di insetti antagonisti già presenti nel nostro territorio, nei confronti di Lobesia botrana (Denis & Schiffermüller, 1775) in prima generazione.
Considerando l’attività glicifaga (si nutrono di sostanze zuccherine, es. nettare) di eventuali parassitoidi, risulta fondamentale la gestione dell’inerbimento, in quanto la presenza di fiori favorisce il loro stazionamento in azienda. Per questo motivo abbiamo analizzato 2 differenti tesi, con diversa gestione dell’interfila (foto 1).
I principali scopi per cui si è deciso di avviare questa sperimentazione, sono quelli di appurare l’effettivo controllo da parte degli insetti utili e di conseguenza valutare un eventuale impatto dei trattamenti chimici in prima generazione su quest’ultimi.
Descrizione dell’attività di campo:
Descrizione dell’attività di laboratorio:
Il campionamento visivo e il prelievo del materiale sono stati fatti intorno alla fine di maggio, più precisamente il 26, 27 e 29, in base al momento di massima presenza dei glomeruli a livello delle infiorescenze. In tutto il periodo interessato dalla prova non è stato effettuato nessun tipo di trattamento insetticida.
2018 |
2019 |
2020 |
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Azienda 1 |
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Azienda 2 |
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Azienda 3 |
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Azienda 4 |
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Azienda 5 |
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Azienda 6 |
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Azienda 7 |
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Azienda 8 |
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Azienda 9 |
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Azienda 10 |
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Azienda 11 |
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Come si può vedere da figura 1, nel corso dei 3 anni di prova, le aziende hanno subito delle modifiche. Questo è stato causato da errori di gestione aziendale che vanno da trattamenti insetticidi effettuati durante la prova, un management differente dell’interfilare rispetto al protocollo e anche dall’assenza dell’infestazione in prima generazione.
La prova nel 2020 ha interessato 5 aziende, con un’infestazione generalmente bassa e senza differenze statisticamente significative tra le tesi. Anche per quanto riguarda le parasitizzazioni tra le tesi non si denotano, ad esclusione dell’azienda 8, delle tendenze associate alla diversa gestione dell’interfila.
Confrontando i dati ottenuti nei 3 anni di prova, possiamo osservare che nel corso del 2018 le infestazioni di tignoletta sono state nel complesso interessanti e nella quasi totalità dei casi, superiori nella tesi ad interfila inerbito (grafico 3). I tassi di parassitizzazione sono risultati quasi assenti nella tesi intensiva (sfalciato) e abbastanza rilevanti nel conservativo (inerbito), a differenza invece di quanto constatato nel corso del 2019, dove questa diversità a livello dei tassi di parassitizzazione è più o meno paragonabile (grafico 4). Per quanto riguarda invece il numero di infiorescenze infestate, la differenza tra le 2 tesi è meno marcata rispetto a quella del 2018. Nell’anno in esame si può constatare come i tassi di infiorescenze infestate siano stati decisamente inferiori rispetto alle prove precedenti e questo è stato riscontrato anche a livello provinciale attraverso le numerose visite richieste, la rete di monitoraggio del Check-up e del progetto Flight. Di contro il tasso di parasitizzazione risulta superiore rispetto agli altri anni, questo dato può essere correlato alla ridotta presenza dell’avversità in campo nel 2020. Nonostante ciò vi è una tendenza di un maggior controllo nella tesi conservativa, dovuto soprattutto all’influenza dell’azienda 8 sulla media totale.
Dalla classificazione degli antagonisti sfarfallati sono emersi i parassitoidi seguenti:
Come possiamo osservare, l’insetto utile maggiormente ritrovato è l’imenottero parassitoide Campoplex capitator (Aubert, 1960). Rispetto agli anni precedenti, sono state identificate un minor numero di specie di antagonisti sfarfallati.
Dopo questi 3 anni di sperimentazione, possiamo concludere che ci può essere un potenziale contenimento naturale di tignoletta in prima generazione, anche se sarebbero necessari ulteriori approfondimenti per indagare su eventuali variabili che influenzano l’attività dell’entomofauna utile, come ad esempio l’utilizzo di specie nettarifere con cui inerbire il vigneto. Questo potrebbe servire da spunto per il proseguimento dell’attività sperimentale di biocontrollo.