Monitoraggi Giallumi della vite
Scaphoideus titanus e climate change
Un maggio da climatechange (?) mette del pepe ad un anno, di monitoraggi e lotta ai Giallumi della vite e allo scafoideo (vettore della flavescenza dorata), che aveva tutte le carte per essere di routine.
di Pasquale Mazio
Il ciclo dello scafoideo
Un maggio particolare, freddo e piovoso, come non se ne sono visti negli ultimi 20 anni, ha influito non poco sul ciclo dello scafoideo.
Il monitoraggio fenologico, condotto in 4 vigneti (2 a conduzione biologica e 2 a conduzione integrata), per stabilire l’andamento del ciclo del vettore della flavescenza dorata della vite, ci ha permesso di rilevare il ritardo con cui è avvenuta la schiusura delle uova svernanti. Il primo ritrovamento di una forma mobile di prima età è stato il 24 maggio (fig. 1), con un ritardo di 16 giorni rispetto al 2018. Un rinvenimento mai così tardivo richiama alla memoria un lontano 2004, con il secondo ritrovamento più tardivo mai fatto in vent’anni di monitoraggio scafoideo (era l’anno 2000 quando ho cominciato!).
La correlazione tra 2004 e 2019 si evidenzia anche prendendo in considerazione la sommatoria termica del mese di maggio: la prima decade di maggio del 2004 e quella del 2009 risultanoex aequo le più fredde degli ultimi vent’anni! Inoltre, la sommatoria termica calcolata per la seconda decade del mese di maggio 2019 è, a sua volta, la più bassa degli ultimi vent’anni, mentre la terza decade, sempre del mese di maggio, è la quarta più bassa del periodo di riferimento.
Non vi nascondo nemmeno che, tra pioggia, freddo, trattamenti continui e l’impegno prioritario di fornire i consigli per la difesa (vedi Bollettino antiperonosporico, Fitogram, sms, sito internet), cose che impedivano di effettuare dei rilievi ben cadenzati, il timore di non aver intercettato il momento giusto dell’inizio della schiusa delle uova si faceva ogni giorno più palpabile! Senza contare che un maggio così anomalo aveva ingannato anche il mio modello previsionale (fino allo scorso anno quasi perfetto!).
A risollevarmi dai dubbi è stata la cadenza dei ritrovamenti dei primissimi individui delle età successive. La prima neanide di II età l’ho avvistata il 5 giugno; la prima ninfa di III età l’11 giugno; la IV il 17 giugno; il primo esemplare dell’ultima età ninfale l’ho avvistato il 24 giugno; infine, il primo individuo adulto il 3 luglio. E anche il modello previsionale si era riguadagnato la mia fiducia, con una previsione di sfarfallamento quasi perfetta, e che ci aveva consentito un posizionamento perfetto del trattamento obbligatorio (periodo d’intervento consigliato mediante volantino e bollettino arancione, vedi fig. 2: 1-7 luglio).
La sequenza dei ritrovamenti delle varie età pre-immaginali permettono di dire che non vi sono stati “buchi” sull’inizio della schiusura delle uova svernanti (personale sospiro di sollievo!). Resta da capire come migliorare il modello previsionale per far fronte ad eventi climatici eccezionali.
Un giugno caldo, costantemente sopra la media, ha fatto sì che il ciclo pre-immaginale si compisse in un periodo piuttosto breve, 40 giorni a fronte di una media di circa 48 giorni (calcolata a partire dal 2001). Il ciclo più breve è stato registrato nel 2009 con 39 giorni tra la schiusura e lo sfarfallamento. Quello più lungo nel 2017 con 55 giorni.
I rilievi fenologici sono stati condotti fino a metà novembre ma, contrariamente a quanto ci si aspettasse, visto l’andamento meteo di fine estate e autunno, gli ultimi avvistamenti di adulti sono avvenuti a settembre.
La densità di popolazione dello scafoideo
La stima della densità di popolazione, eseguita con un monitoraggio ad hoc in 20 vigneti del check-up, ha fornito valori di 0,18 forme mobili per ogni ceppo di vite (in altre parole, mediamente bisogna controllare i polloni di quasi 6 piante per trovare uno scafoideo). Tale media sale a 0,34 se consideriamo solo i vigneti a conduzione biologica, mentre scende a 0,13 se consideriamo quelli a conduzione integrata. La popolazione stimata di scafoideo per il 2019 è risultata leggermente inferiore alla media di 0,23 scafoidei per ceppo del 2018.
Le piante sintomatiche
Nei 29 vigneti del check-up abbiamo condotto anche, come negli scorsi anni, il monitoraggio dei sintomi da Giallumi, flavescenza o legno nero. Su poco più di 4000 viti campione la percentuale di sintomatiche è stata di 1,80, evidenziando un lieve calo a fronte dell’1,99% di viti sintomatiche registrato nel 2018.
Le analisi molecolari
Sul territorio provinciale sono stati prelevati a vario titolo 45 campioni sintomatici. Le analisi mediante PCR sono state eseguite dal laboratorio di Virologia del Servizio Fitosanitario Regionale. Il 62,2% è risultato positivo a legno nero, il 33,3% positivo a flavescenza, il 2,2% positivo ad entrambi i fitoplasmi e un altro 2,2 è risultato negativo (1 campione).Percentuali diverse, ma poi neanche tanto, considerato il numero esiguo di analisi, dalle percentuali del triennio precedente (2016-’18) con il 53,4% di legno nero, 42% di flavescenza e 1,1% di entrambi nello stesso campione.