Consorzio Fitosanitario Provinciale

Speciale 10° anno di lotta ai Giallumi della vite

Lotta obbligatoria alla flavescenza dorata: l’attività di controllo 2009

di Anselmo Montermini

Anche quest’anno all’inizio della campagna viticola il Servizio fitosanitario della Regione Emilia-Romagna ha emanato, con determina dirigenziale, ai sensi del DM 31 luglio 2000, le direttive in merito alla lotta obbligatoria alla flavescenza dorata (FD).

Sostanzialmente, per la provincia di Reggio Emilia nulla è cambiato: in tutto il territorio provinciale è obbligatorio almeno un trattamento insetticida Scaphoideus titanus vettore della FD, due trattamenti nei vigneti biologici e nei vigneti di campi madre. Sono rimasti zona focolaio alcuni Comuni della Bassa in cui è OBBLIGATORIO anche l’estirpo delle piante con sintomi di Giallumi in assenza di analisi di conferma, dandone preventiva comunicazione al SFR o al Consorzio Fitosanitario Provinciale.

Pertanto anche quest’anno in tutte le assemblee delle Cantine Sociali abbiamo dato ampio risalto alla cosa ed all’importanza delle due azioni, estirpo e trattamento, necessarie per contrastare la diffusione della malattia, che dai dati del 2008, dava segni di ripresa soprattutto in alcune aree vitate della provincia.

Purtroppo dai controlli eseguiti a campione in 113 aziende, il 15% (17 aziende) non avevano eseguito il trattamento obbligatorio entro il periodo consigliato (dal 20 a 30 giugno). Sollecitate bonariamente a farlo, l’hanno eseguito in nostra presenza.

La cosa ancor più grave e permettetemi sorprendente è che altre 5 aziende non l’hanno assolutamente voluto fare ed è stato necessario fare un verbale di imposizione e quindi assoggettarli a probabile sanzione amministrativa della Regione.

Purtroppo sappiamo che sono tante le aziende che non eseguono il trattamento e questa è una cosa decisamente inspiegabile.

Sappiamo che:

-          nei vigneti dove il trattamento viene eseguito regolarmente è molto difficile trovare il vettore e la presenza di piante sintomatiche sono in numero inferiore alla media e comunque molto poche;

-          se il trattamento si esegue seguendo i consigli tecnici oltre ad essere efficace non crea problemi all’ambiente ed all’uomo (sia esso produttore o consumatore);

-          non è vero che l’insetticida provochi alterazioni al vino;

-          se non si seguono i consigli che da 10 anni stiamo dando ai viticoltori, con le dovute variazioni suggerite dalle conoscenze acquisite nelle diverse ricerche e sperimentazioni, il problema non si stabilizzerà, ma come già accennato peggiorerà.

Data questa situazione crediamo che sia necessario ritornare mentalmente ai primi anni 2000, dove TUTTI, come un coro perfettamente intonato, collaboravano al raggiungimento della migliore armonia (leggasi stesso obiettivo) e non come negli ultimi anni dove le stonature sono state diverse.

Tutti dobbiamo far capire ai viticoltori (con qualsiasi superficie vitata) la necessità e l’importanza di eseguire almeno un trattamento contro il vettore e che è, altresì, importante eliminare le piante infette per diminuire l’inoculo della malattia.

L’estirpo per alcuni è un obbligo per altri è un consiglio, ma è un consiglio importante.

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