Le linee del bollettino verde-blu-lilla sempre più adottate nei disciplinari di Cantina
Il Nuovo Bollettino Antiperonosporico per un Lambrusco rispettoso dell’ambiente e della salute umana
di Andrea Franchi, Pasquale Mazio e Alessandra Barani
Anche nel 2016, il Consorzio conferma, con rinnovato entusiasmo ed impegno, la messa a punto di strategie di difesa dalla peronospora della vite in grado di raggiungere un duplice scopo: da un lato mantenere alti i livelli di efficacia nella protezione della vite e dall’altro escludere l’impiego di quegli agrofarmaci caratterizzati da profili tossicologici negativi per la salute umana.
Da molti anni il Consorzio Fitosanitario (CFP) utilizza le indicazioni fornite dai disciplinari di produzione integrata come strumento di massima per la messa a punto delle proprie strategie di difesa. Tuttavia, dalla stagione 2015, lo staff del Consorzio si è distaccato leggermente da tali linee ritenendo che nella realtà viticola reggiana ci fossero gli spazi per mantenere elevati standard di difesa senza rinunciare alla tutela della salute e all’economicità. Questo ha portato alla definizione del bollettino antiperonosporico Hazard free (ex R free) e cioè senza quei prodotti fitosanitari con indicazioni di pericolo (ex frasi di rischio) relative a tossicità cronica.
Una scelta così radicale è stata possibile anche perché operiamo in un areale circoscritto, con determinate caratteristiche epidemiologiche costantemente monitorate e conosciute grazie a 50 anni di presenza sul territorio.
Tale approccio, promosso dal nostro Consorzio, è stato condiviso con i tecnici di alcune Cantine che lo hanno fatto proprio, coniugando l’utilità commerciale (vedi la necessità di non usare sostanze attive che non hanno l’import tolerances verso alcuni paesi extraeuropei) con una visione globale di tutela della salute e dell’ambiente (e anche questo con utili risvolti di mercato).
Pertanto, dallo scorso anno, è nata una stretta collaborazione, con Cantine Riunite & CIV, EmiliaWine, Cantina Sociale di Puianello e Coviolo, nonchè Cantina Due Torri nella Val d’Enza, che non si è limitata alla condivisione dei preparati fitosanitari antiperonosporici, ma ha assunto un respiro più ampio. A seconda delle singole realtà vitivinicole, sono stati messi a punto o aggiornati dei veri e propri disciplinari di difesa (più o meno vincolanti per i soci) nei quali sono selezionate le specialità per il contenimento delle principali avversità della vite, sempre sulla scorta delle indicazioni di massima dell’integrato ritoccate dal CFP.
Forte di questa comunanza di intenti, nel 2016 il Consorzio procederà sulla stessa linea consolidando i principi H free nel bollettino verde-blu-lilla che non ospiterà le sostanze attive mancozeb, folpet e dithianon, nonché la new entry fluazinam (che riporta anch’essa l’indicazione di pericolo H361d “sospettato di nuocere al feto”). Al contrario, l’attuale versione del disciplinare dell’integrato inserisce quest’ultimo agrofarmaco nel pacchetto comprendente mancozeb, folpet e dithianon, con un numero massimo di 4 applicazioni all’anno complessive tra le quattro sostanze. Se nell’ambito della produzione integrata hanno ritenuto di favorire la limitazione di prodotti con frasi di rischio relative ad effetti cronici sull’uomo, a livello locale è ancora possibile procedere in modo più drastico.
La versione 2016 dei disciplinari di produzione integrata presenta un’altra rilevante novità: la limitazione di alcuni prodotti inclusi nella lista delle sostanze attive candidate alla sostituzione. Si tratta di sostanze attive che destano preoccupazioni per la salute pubblica o per l’ambiente e che pertanto verranno designate per essere sostituite con adeguate alternative, sulla base di una normativa europea. Affinché si realizzi la sostituzione occorre che siano a disposizione prodotti fitosanitari o metodi di difesa (anche non chimici) caratterizzati da un miglior profilo tossicologico e eco-tossicologico e che non determinino svantaggi economici e di efficacia.
Fra le principali ricadute di quest’ultima disposizione nei disciplinari rientra la limitazione all’impiego del rame. Le ragioni dell’inclusione del metallo fra il gruppo dei candidati alla sostituzione sono da ricercarsi nelle criticità di carattere ambientale della sostanza attiva.
La strategia adottata per il rame, come per ogni altra sostanza candidata alla sostituzione, si è basata sull’evitare che la riduzione possa determinare l’inefficacia della difesa fitosanitaria. Pertanto il vincolo applicativo è stato posto a 6 kg/all’anno per ettaro di rame metallo (che sia poltiglia bordolese, idrossido, ossicloruro o ecc.). Questo provvedimento interessa tutte le imprese agricole che aderiscono alle misure agroambientali dei Piani di Sviluppo Rurale (2006-2013 e 2014-2020), ciò non toglie che tutti comincino a prestare attenzione al consumo di rame per arrivare preparati a possibili future riduzioni d’impiego. Allo scopo di fornire già da ora un aiuto agli agricoltori, i tecnici del Consorzio hanno predisposto una tabella interattiva attraverso la quale è possibile verificare e calcolare gli apporti di rame che si distribuiscono per unità di superficie (ha) per ciascun intervento. Tale supporto sarà pubblicato sul nostro sito web (www.fitosanitario.re.it) e descritto nello specifico in un altro articolo di questo Notiziario.
L’approccio per una viticoltura meno impattante sulla salute dell’uomo, finora descritta, risulta di particolare attualità e al passo con i moderni orientamenti normativi in materia di utilizzo dei prodotti fitosanitari. In particolare, l’emanazione della Direttiva n.128/2009 sull’uso sostenibile degli agrofarmaci affronta, oltre alle problematiche legate alla residualità e alla manipolazione degli agrofarmaci e la salute degli operatori, anche l’utilizzo ecosostenibile dei prodotti fitosanitari in contesti extra‐agricoli (protezione del verde pubblico, delle acque potabili e balneabili, ecc.). Nello specifico sono individuate disposizioni per la tutela della salute della popolazione che, per qualsiasi ragione (residenza, attività ricreative, ecc.), può venire accidentalmente in contatto con gli agrofarmaci, con particolare riferimento alle fasce più vulnerabili (anziani, bambini, ecc.). Anche in questa direzione opera l’iniziativa H free del Consorzio poiché la viticoltura reggiana si contraddistingue per vigneti mediamente di limitata superficie spesso confinanti con abitazioni, parchi, giardini, ecc.. In tutti questi contesti, la tutela della salute degli astanti, oltre che degli addetti ai lavori, rappresenta un punto qualificante per la viticoltura nonché la sfida per il prossimo futuro.