Come valutare i vantaggi di una irroratrice a recupero di prodotto
di Claudio Corradi
Se ne parla ormai da tempo e hanno rappresentato quest’anno la più interessante novità ad “Enovitis in campo” dove, con la possibilità di osservarne una miriade di modelli, non si è persa l’occasione di porre al centro dell’attenzione due problematiche veramente importanti: quello dell’efficienza dell’irrorazione e della dispersione del prodotto nell’ambiente.
Le irroratrici a recupero di prodotto, in un primo momento snobbate dai produttori perché apparentemente molto complesse, hanno in questi anni saputo conquistarsi l’interesse degli addetti ai lavori. Ed è proprio per questo che il Consorzio Agroambientale di Correggio, nell’ambito delle proprie attività dell’anno scorso, ha ritenuto importante organizzare una giornata dimostrativa in campo per testare le nuove peculiarità offerte da una di queste macchine certamente innovative ed in particolar modo adatte alla difesa in viticoltura. L’iniziativa si è svolta a Correggio il 3 Agosto scorso, presso l’Azienda Agricola Rosanna in un vigneto di via Sinistra Tresinaro, grazie alla disponibilità della ditta Bertoni di Ravenna che ha fatto lavorare fra i filari la sua irroratrice a tunnel “L’Arcobaleno” bifilare, vale a dire in grado di trattare due filari in un unico passaggio.
Una macchina, si è appreso nell’occasione, che deve la sua esistenza ad un iniziale progetto di attrezzatura per il lancio in campo di insetti utili ma che poi si è felicemente evoluta nell’attuale soluzione di irroratrice a recupero di prodotto. Si tratta di una macchina certamente più complessa rispetto alle classiche irroratrici anche se vista da vicino ed analizzata nei dettagli spaventa molto. E’ dotata di due pompe, una per l’irrorazione ed una per il recupero del prodotto, che peraltro viene accuratamente filtrato da una batteria di quattro grossi filtri dopo essere passato per apposite griglie prefiltranti ed ispezionabili collocate alla base di ogni schermo convogliatore.
Fra la componentistica di serie va segnalato la tanica lavafiltri, il timone snodato idraulicamente, gli snodi anticollisione per gli schermi convogliatori e la pulsantiera di comando elettrico per tutti i comandi compresa la regolazione della pressione. Fra gli accessori opzionali meritano senza dubbio di essere presi in considerazione il doppio asse basculante posteriore, in grado di azzerare ogni oscillazione della macchina dovuta alle condizioni del terreno, e l’omologazione per la circolazione stradale.
Molto interessante, ma decisamente costoso, il PLC per la memorizzazione delle misure di apertura e regolazione della macchina che permettono la riduzione degli ingombri in carraia e l’immediato regolare ripristino di tutte le impostazioni precedenti a mezzo di un semplice pulsante. A dispetto di qualsiasi attesa questa irroratrice richiede una potenza minima della trattrice di soli 50 hp che rispetto a macchine analoghe, in particolar modo in grado di lavorare su due file, significano una notevole riduzione dei consumi di carburante.
In premessa, va preso atto del fatto che già da diversi anni, focalizzando la giusta dose di soluzione distribuita per ettaro, sottoponendo le macchine alle fondamentali tarature, implementando le attenzioni rivolte alla considerazione della fase fenologica ed allo spessore della parete vegetativa nei diversi periodi di intervento, sono stati compiuti notevoli passi in avanti sul fronte dell’efficienza e correttezza dell’esecuzione dei trattamenti fitosanitari.
Ciò nonostante, pur sembrando impossibile, esiste ancora un considerevole margine di miglioramento, visto che le irroratrici attualmente utilizzate non sono in grado, a seconda delle differenti fasi vegetative, di portare a bersaglio percentuali di soluzione superiori a valori che oscillano fra il 20 ed il 50 per cento di quella distribuita. Le macchine a recupero di prodotto invece possono essere in grado di contenere l’effetto deriva e la dispersione a terra e nell’ambiente in termini variabili fra il 30 ed il 50% a seconda del periodo vegetativo.
Ovviamente, se con le irroratrici convenzionali la maggiore percentuale di dispersione di prodotto si verifica nelle prime fasi vegetative con vegetazione scarsa, allo stesso modo la percentuale di prodotto recuperato ricorrendo a macchine specifiche decresce con l’incremento della massa fogliare. In ogni caso l’utilizzo in campo di macchine di questo tipo rappresenterebbe innanzitutto importanti vantaggi dal punto di vista ambientale ed in secondo luogo di migliore efficacia della difesa oltre alla parziale riduzione dei costi di produzione derivante dal risparmio sui prodotti fitosanitari.
La valutazione pratica degli effettivi benefici derivanti dal recupero di prodotto in campo sono abbastanza complessi e soprattutto teorici in virtù delle molteplici variabili che subentrano nella fase operativa.
Con la tabella 1 si tenta di costruire un ipotetico calcolo che metta in evidenza le peculiarità dell’impiego di un’irroratrice a recupero di prodotto in un vigneto a controspalliera dove si applica un normale volume di irrorazione di 1000 litri per ettaro con iniziali interventi a volume ridotto.
| a | b | c | d | e | f | g | h |
| Trattamento | litri/ha soluzione | irroratrice convenzionale | irroratrice a recupero | ||||
| % a bersaglio | litri/ha a bersaglio |
litri/ha fuori bersaglio |
% di riduzione fuori bersaglio | litri/ha recuperati | litri / ha | ||
| non recuperati | |||||||
| 1 | 500 | 20 | 100 | 400 | 50 | 200 | 200 |
| 2 | 500 | 20 | 100 | 400 | 50 | 200 | 200 |
| 3 | 800 | 30 | 240 | 560 | 50 | 280 | 280 |
| 4 | 800 | 30 | 240 | 560 | 40 | 224 | 336 |
| 5 | 1000 | 40 | 400 | 600 | 40 | 240 | 360 |
| 6 | 1000 | 40 | 400 | 600 | 40 | 240 | 360 |
| 7 | 1000 | 50 | 500 | 500 | 30 | 150 | 350 |
| 8 | 1000 | 50 | 500 | 500 | 30 | 150 | 350 |
| 9 | 1000 | 50 | 500 | 500 | 30 | 150 | 350 |
| 10 | 1000 | 50 | 500 | 500 | 30 | 150 | 350 |
| 11 | 1000 | 50 | 500 | 500 | 30 | 150 | 350 |
| totali | 9600 | 3980 | 5620 | 2134 | 3486 | ||
Interpretazione delle colonne della tabella 1:
Dall’interpretazione di questi dati emergono alcune considerazioni fondamentali. In primo luogo che nei trattamenti convenzionali mediamente il 59% della soluzione viene dispersa fuori bersaglio.
Il prodotto effettivamente recuperato e riutilizzabile per il trattamento è mediamente il 22% di quello distribuito. La percentuale di riduzione della dispersione di prodotto nell’ambiente è del 62%. Merita invece un ragionamento a parte la valutazione del 36% di soluzione che dal punto di vista matematico non viene recuperata ma che al lato pratico dovrà essere suddivisa in due ulteriori frazioni. Una che viene comunque dispersa nell’ambiente. Una seconda che, in virtù delle particolari caratteristiche distributive delle irroratrici a tunnel, raggiungendo il bersaglio, migliora l’efficacia del trattamento ed al limite, nel momento in cui sarà stata acquisita una buona padronanza del mezzo, permetterà anche una seppur minima riduzione del dosaggio di impiego dei prodotti.
Non va in effetti dimenticato che la particolarità della macchina, costituita da due schermi contrapposti all’interno dei quali avviene l’irrorazione ed il recupero della soluzione, migliora considerevolmente l’efficacia della distribuzione della soluzione sia per il particolare vortice d’aria che si genera all’interno del tunnel che per la scomparsa di tutte le problematiche legate alla presenza di vento ed all’effetto deriva.
Pur con la consapevolezza che il principale vantaggio di questo tipo di macchine è senza dubbio di carattere ambientale, senza escludere che in un prossimo futuro possano entrare in gioco anche particolari incentivi od obblighi a favore di queste soluzioni, anche l’aspetto economico, derivante dalla riduzione dei costi dei prodotti per la difesa, merita di essere considerato.
Ipotizzando per esempio un costo medio dei prodotti fitosanitari necessari alla difesa del vigneto variabile fra i 300 ed i 350 euro per ettaro ed un recupero di prodotto del 22% ne risulta un risparmio compreso fra i 66,00 ed i 77 euro l’ettaro in un anno. Evidentemente il risparmio sul costo dei prodotto non è incisivo al punto da pagare l’acquisto di una macchina il cui costo, per il modello provato a Correggio, è di circa 45 mila euro anche se va considerato che per le aziende di una certa superficie, magari già intenzionate a dotarsi di macchine multifila in grado di velocizzare i tempi di lavoro o comunque indirizzare a sostituire la vecchia irroratrice con una più moderna e magari a basso volume, il passo è veramente molto più breve.