Consorzio Fitosanitario Provinciale

 

La sfogliatura nel 2014 ha avuto esito positivo

di Stefano Meglioraldi

Come tale pratica influenza i risultati vegeto-produttivi

La pratica della sfogliatura è una pratica “delicata”, come indicano diversi studi, perché capace di influenzare la risposta vegetativa e produttiva della pianta, sia in termini di quantità che di qualità della produzione.

Negli ultimi anni è stata particolarmente indagata una sfogliatura precoce, eseguita in prossimità della fioritura o in fase di allegagione, che è risultata più interessante rispetto a una defogliazione tardiva, normalmente effettuata all’invaiatura o in prossimità della vendemmia.

A seconda infatti dell’epoca di esecuzione la sfogliatura ha effetti molto diversi, sebbene lo scopo principale sia, in entrambi i casi, di migliorare il microclima nella zona dei grappoli (più aria e luce) e favorire la protezione sanitaria degli stessi.

Una defogliazione effettuata a fine invaiatura, eseguita piuttosto in alto sopra il cordone, in prossimità dei grappoli o nella zona immediatamente superiore,  sebbene abbia come principale effetto la riduzione dell’umidità, una maggiore insolazione e ventilazione dei grappoli e un conseguente minor rischio di attacchi botritici, può però determinare una riduzione del grado zuccherino a causa dell’eliminazione di una parte di foglie, come si è notato anche in una prova eseguita nel reggiano. Allo stesso tempo, la defogliatrice ha causato più volte danni per contatto, seppur di ridotta entità,  agli acini e ai grappoli più scoperti.

Defogliazioni con acini sviluppati ma ancora verdi può comportare danni da scottature per il rapido passaggio degli stessi da una zona d’ombra più fresca a una zona più soleggiata. È perciò sconsigliato defogliare nei periodi più caldi, in particolare da metà giugno a fine luglio, anche se si possono limitare i problemi eseguendo l’intervento solo sul lato esposto a est.

I risultati migliori, dunque si sono invece ottenuti con defogliazioni anticipate, in prefioritura (ovvero con alcuni fiori che stanno per aprirsi) o all’allegagione (ovvero da quando il grappolo ha superato la piena fioritura fino a grano di pepe o poco oltre). Nei primi due casi, oltre a un miglioramento dell’arieggiamento, è indotta una colatura fiorale o cascola di acinelli in funzione della superficie fogliare asportata, determinando alla vendemmia  un grappolo più spargolo nonché un miglioramento della qualità polifenolica e antocianica complessiva e, in taluni casi, una gradazione superiore.

Inoltre, aspetto non meno importante, la sfogliatura precoce permette una maggiore penetrazione dei prodotti fitosanitari all’interno della chioma, con un aumento anche del 50% del prodotto riscontrato sui grappoli, come indicato da  Eric Serrano insieme ad altri ricercatori francesi nel 2008. Anche da un punto di vista fisiologico, i risultati sono incoraggianti. La buccia si modifica rinforzandosi e divenendo più resistente, così come sembra crescere lo strato di pruina e addirittura il numero di cellule. La conseguenza è che l’acino non risulta più danneggiato da scottature ed è in grado di resistere meglio alle spaccature e all’attacco di agenti patogeni a parità di microclima, anche a causa della presenza di un grappolo più spargolo. Nelle tesi defogliate il grado di attacco da botrite è quindi risultato sempre meno importante rispetto al testimone.

L’effetto di una sfogliatura precoce è parzialmente compensato da una progressiva ricopertura dei grappoli ad opera delle femminelle che si sviluppano a seguito dell’intervento e che porta, nel giro di un mese, a coprire nuovamente circa il 50% dei grappoli. Questo determina quindi condizioni di non eccessiva scopertura del grappolo che può, al contrario, avere effetti negativi sull’accumulo di antociani e aromi sul mantenimento di un adeguato livello di acido malico.  

Di contro, la sfogliatura precoce determina un calo produttivo a seguito della formazione di grappoli più spargoli. Questa riduzione rimane su valori piuttosto limitati, con cali produttivi inferiori al 10%.

Tutte queste indicazioni , valide in linea generale, possono però variare più o meno a seconda della varietà e dell’ambiente di coltivazione, come dimostrano gli studi condotti da numerosi autori come Intrieri C., Guidoni S., Poni S., Serrano E., ecc. (vedi bibliografia) per cui è importante valutare gli effetti con prove condotte nei nostri areali, valutando annate climatiche diverse. A causa dell’annata trascorsa particolarmente piovosa, infatti, gli interventi di sfogliatura sono stati numerosi in tutto il nord Italia, decisamente superiori al 2013. Non bisogna infatti dimenticare che si tratta di una pratica onerosa e quindi è da valutare attentamente la sua convenienza economica. Questo porta anche a chiedersi se, pur essendo una pratica valida, sia comunque necessaria tutti gli anni e possa giustificare anche l’acquisto di una defogliatrice da parte di una azienda medio-grande.

Tabella 1. Effetti in sintesi della sfogliatura in relazione all’epoca di esecuzione

Nell’azienda in prova i risultati del 2014 sono incoraggianti

Nel  2014 si è voluto verificare l’effetto di una sfogliatura precoce su una controspalliera potata meccanicamente localizzata a Fosdondo di Correggio. L’iniziativa si è attuata a seguito di un incontro in campo con i viticoltori per mostrare l’applicazione della tecnica e il funzionamento della macchina, in questo caso una defogliatrice Binger EB490S. L’intervento è stato eseguito un po’ più tardivamente del dovuto, ovvero il 9 giugno, con acino un po’ più grande di grano di pepe. Intervenire in questo periodo infatti, può non avere gli stessi effetti di una defogliazione più precoce, soprattutto per quel che riguarda l’ottenimento di un grappolo spargolo.

La prova è stata condotta su alcuni filari di Ancellotta e Lambrusco salamino, sia su un solo lato del filare che su entrambi, ma i controlli, dato la ridotta radiazione solare dei mesi estivi , sono stati eseguiti solo sui filari sfogliati da entrambi i lati. Per l’Ancellotta, i rilievi produttivi sono stati eseguiti anche su filari posti in direzione est-ovest, anziché i più comuni nord-sud. I rilievi produttivi sono stati eseguiti sempre su due filari, per una maggiore validità dei risultati e i rilievi qualitativi sono stati effettuati in doppio per una maggiore affidabilità delle analisi. I risultati sono esposti in tabella 2. Per quanto riguarda la quantità di produzione, in due casi su tre la sfogliatura ha determinato un leggero calo produttivo, intorno al 5%, confermando quanto previsto dalla letteratura. Nel terzo caso si è rilevato una sostanziale invarianza produttiva. La ragione di questo calo, più netto nel Lambrusco salamino, può essere reso evidente dalla figura 4.  Il grappolo di Lambrusco (a destra) è atipico rispetto a quanto siamo abituati a vedere, ovvero molto meno compatto rispetto al solito, dovuto in parte proprio alla sfogliatura. Questo aspetto particolarmente positivo, che ha ripercussioni importanti sulla sanità e anche su una minore suscettibilità alla spaccatura, è però non solo da imputare a tale pratica ma anche all’effetto della potatura meccanica, come dimostrato dalla bibliografia. I parametri qualitativi non cambiano invece tra le diverse tesi, anche analizzando le repliche.

Tabella 2. Effetti della sfogliatura su quantità e qualità della produzione.

L’uva sfogliata è in generale un’uva più sana

In generale si rileva una maggiore sanità ottenuta nei filari sfogliati, che si sono mantenuti più aperti, anche dopo due mesi dall’operazione.

Nelle figure 7 e 8 sono mostrati gli effetti sulla sanità delle uve e in particolare sulla intensità e sul grado di attacco dei marciumi, sia marciume acido che botrite, su grappoli. In particolare l’Ancellotta mostra una differenza significativa, anche statisticamente, nella frequenza di grappoli colpiti da marciumi. Nel Lambrusco salamino la differenza è molto più contenuta. La bassa diffusione di uva marcescente rilevata su questa varietà, sebbene a grappolo più compatto, può essere spiegati da una apparentemente minore suscettibilità al marciume acido, che quest’anno sembra abbia colpito maggiormente l’Ancellotta.Nessun effetto ha avuto la sfogliatura sul grado di attacco dei marciumi per ogni grappolo in entrambe le varietà.

Figura 7. Effetto della sfogliatura sui marciumi. In blu il numero di grappoli colpiti in percentual (ovvero l’incidenza dei marciumi) e a destra il grado d’attacco per singolo grappolo in percentuale (ovvero la parte di grappolo danneggiata).  La differenza nell’Ancellotta è significativa.

L’aspetto economico è da valutare attentamente

Da un punto di vista economico, la sfogliatura è una tipica operazione da affidare a contoterzi, in quanto viene eseguita una sola volta all’anno con tempi ridotti di esecuzione, pari a circa 2-2,5 ore per ettaro da moltiplicare per i circa 70 euro/ora, che è il costo dell’operazione. Ne risulta una spesa che può variare da 140 a 175 euro/ha, tenendo conto che, in particolari annate, l’operazione potrebbe essere effettuata anche solo da un lato con un dimezzamento di tempi e costi. Al contrario, in annate particolarmente sfavorevoli potrebbe essere conveniente ripetere il passaggio, anche se nell’annata difficile appena trascorsa un secondo passaggio non si è reso necessario.

In caso si volesse acquistare l’attrezzo, invece, dato un costo medio di 8-10.000 euro (variabile in base alla tipologia, ed esclusa la colonna portaattrezzi) e il basso impiego annuo, si stima siano necessari  almeno 4-5 ettari di vigneto per ammortizzare la spesa sostenuta su un periodo adeguato di 10 anni.

La sfogliatura precoce è una pratica molto utile in ambienti vigorosi

Questa prima prova applicativa indica come la sfogliatura precoce su Ancellotta e L. salamino confermi quanto indicato in bibliografia, determinando un leggero calo di produzione legato a un grappolo più spargolo, a fronte di una sanità maggiore dell’uva. I tre parametri qualitativi standard non mostrano invece differenze apparenti, sebbene sia necessario approfondire l’effetto tramite opportune microvinificazioni.

Al di là dei risultati misurabili, è però indubbio che la sfogliatura precoce permetta ai trattamenti antiparassitari di raggiungere meglio le zone interne di vegetazione e in particolare i grappoli più interni, con ripercussioni importanti sulla sanità dell’uva, in considerazione di annate più o meno favorevoli per i diversi patogeni. Inoltre, anche solo ottenere un grappolo meno compatto su varietà come il Lambrusco salamino è un valore aggiunto molto importante  a garanzia di un prodotto più sano.


« Precedente
Su
Successivo »
 
concrete5 - open source CMS © 2025 Consorzio Fitosanitario Provinciale.    All rights reserved. Sign In to Edit this Site