Pillole di Agronomia
INERBIMENTO E SOVESCIO
Come mantenere la fertilità nei terreni delle vigne
di Rolando Valli
Il terreno agrario è la base dei buoni risultati che si ottengono nelle diverse colture. In viticoltura si definisce con termine francese terroir l’unione riuscita di vitigno, clima e terreno. Parliamo un po’ di terreno.
Noi ci sforziamo di aumentarne la fertilità soprattutto all’impianto, con lavorazioni sia profonde che superficiali e con una adeguata concimazione organica e fosfo-potassica, poi con il passare degli anni il problema passa in subordine e ci si limita ad una somministrazione di concimi chimici e poco altro.
Ma un terreno è fertile non solo per la quantità di elementi minerali presenti, ma anche per la dotazione di sostanza organica, per la sua struttura e per la sua vita microbica. Il terreno è quindi un’entità viva, che deve essere ben dotato:
- di sostanza organica (2-3%);
- di favorevole struttura, con il 50% di pori, di cui metà piccoli o micropori e metà grossi o macropori;
- di vita attiva, composta da batteri, funghi, lombrichi ed altre forme di vita.
Con la moderna tecnica colturale, il terreno è sempre più calpestato da macchine ed attrezzi, per cui peggiora la struttura con diminuzione della porosità e con fenomeni di asfissia. La vite in queste condizioni può alterare il suo equilibrio vegeto-produttivo, con riflessi negativi sulla quantità e sulla qualità dell’uva prodotta.
L’inerbimento del terreno, ampiamente diffuso soprattutto nelle zone di pianura, può in parte ovviare a questi inconvenienti, in quanto riesce a mantenere il terreno in buona struttura, almeno negli strati superficiali. Altre tecniche sono utili al riguardo: in una precedente nota illustravamo l’impiego delle macchine decompattatrici, mentre ora ci soffermiamo sul sovescio.
Il sovescio è una tecnica antica, impiegata spesso nella viticoltura e frutticoltura biologiche, che consente in modo naturale di arricchire il terreno di sostanza organica e di arieggiarlo. Il sovescio prevede la semina di un apposito miscuglio di erbe, che sono interrate in fioritura, per cui:
- si producono circa 30-50 q/ha di sostanza secca;
- aumenta la sostanza organica del terreno, migliorandone la struttura, aumentandone la popolazione microbica e quindi la fertilità;
- mette a disposizione della vite sostanze nutritive;
- favorisce l’approfondimento delle radici della vite, che quindi resiste meglio alla siccità.
Il miscuglio da sovescio è composto da 4-6 specie di piante sia leguminose (veccia, pisello, favino, ecc.) sia graminacee (avena, segale, orzo, festuca, ecc.)che sono seminate in autunno o ad inizio primavera a file alterne, per consentire comunque il passaggio delle macchine. In tarda primavera inizio estate, a fioritura avanzata, il miscuglio si trincia e poi si interra. Il sovescio è utile anche all’impianto del vigneto, se non si dispone di letame o di altro materiale organico; in tal caso si semina all’inizio dell’estate, per poi interrarlo in autunno.
Il sovescio è quindi una pratica interessante che può senz’altro migliorare la fertilità dei vigneti, soprattutto nei terreni poveri di sostanza organica.